Ciclismo

Giro d’Italia: i quarantanove sorpassi di Pantani e altre imprese leggendarie

Nelle 107 edizioni della Corsa Rosa ci sono stati episodi che hanno fatto la storia del ciclismo e dello sport
Marco Pantani
Marco Pantani (Getty Images)

Da Canepari a Pantani, passando per Bordin, Coppi e Clerici.
Rivediamo cinque episodi che hanno contribuito a creare il mito del Giro d’Italia.

Assolo lungo e vincente

L’assolo vincente più lungo porta la firma di Clemente Canepari, che il 18 maggio 1913 vince la Campobasso-Ascoli Piceno dopo 238 km di pedalate in solitudine.

Che disdetta!

La fuga record risale al 1914: in occasione della tappa più lunga di sempre (Lucca-Roma 430,3 km), Lauro Bordin resta da solo al comando per circa 350 km ma alla fine deve arrendersi a Costante Girardengo.

Un uomo solo al comando

Un uomo solo al comando, la sua maglia è bianco-celeste, il suo nome è Fausto Coppi.
Questa celebre frase descrisse uno dei momenti della cavalcata più bella nella storia del Giro, una cavalcata che è anche una delle imprese sportive più grandi di sempre.
Il 10 giugno 1949, nella Cuneo-Pinerolo, Fausto Coppi supera da solo Maddalena, Vars, Izoard, Monginevro, Sestriere, fora 4 volte, vince con 11’52” su Bartali.

La “fuga bidone” per eccellenza

Presentatosi al Giro del 1954 come gregario del connazionale Koblet, Carlo Clerici è stato il protagonista di una delle fughe “bidone” più famose della storia del ciclismo: durante la Napoli-L’Aquila il ciclista svizzero guadagna un vantaggio di più di mezz’ora, vantaggio che difende per più di 2 settimane e che gli permette di aggiudicarsi la Corsa Rosa.

Quarantanove sorpassi

Uno degli exploit più clamorosi del Giro d’Italia ce lo regala Marco Pantani il 30 maggio del 1999 sulla salita di Oropa: appiedato da un guasto meccanico a 8,5 km dal traguardo, il Pirata non si scoraggia, supera 49 corridori e trionfa.