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Ljajic, dal calcio al basket: quando gli sportivi cambiano vita

Adem Ljajic ha intrapreso una nuova fase della sua carriera, tornato in Serbia giocherà sia a calcio, che a basket

La passione per lo sport è certamente un bene per ogni professionista. Avere nel suo bagaglio anche esperienze differenti lo arricchisce, permette di vedere le cose con altri occhi e di interpretare le situazioni in modo differente. Sono tanti, in effetti, gli sportivi che nella loro vita si sono appassionati anche ad altri ambiti o che sono cresciuti facendo entrambe le cose, fino a sbocciare in una più che nell’altra. Ancor di più, però, sono quelli che nel finale della loro carriera hanno deciso di togliersi lo scrupolo e tentare di nuovo, o per la prima volta, di seguire una strada differente, a volte anche opposta.

Ljajic si doppia: da talento nel calcio, a guardia nel basket

I casi sono sicuramente tanti e ci sarà modo di approfondirne alcuni, ma il più recente – e sicuramente tra i più particolari – è quello di Adem Ljajic. Tutti in Italia ce lo ricordiamo. Le sue magie con la maglia della Fiorentina sono storia, così come il segno lasciato con quella della Roma e del Torino, con la parentesi nella Milano interista che è forse l’unica in Italia dove non ha veramente convinto. La classe del talento serbo, però, era indiscutibile. Tecnico e con grande rapidità di pensiero, ha deliziato le tifoserie che hanno avuto modo di vederlo in campo con la propria squadra, lasciando la Serie A con 225 partite giocate, 48 gol e 41 assist. Niente male per un calciatore che all’età di 33 anni ha già deciso di intraprendere una nuova e particolare fase delle propria vita. Per Ljajic infatti è finito il tempo della dedizione massima e spassionata al mondo del calcio. Il suo cuore è sempre stato diviso tra la porta e il canestro, costretto a scegliere solo quando si è trovato davanti a un bivio che oggi, a distanza di una carriera, sembrerebbe ricongiungersi e offrirgli la possibilità di praticare due sport in contemporanea.

Il particolare annuncio arriva direttamente dal sito ufficiale del Novi Pazar 1969, squadra che nel 2023 lo ha riportato in Serbia, là dove era cresciuto. In un comunicato ufficiale, hanno annunciato che Ljajic sarà a disposizione della squadra di basket compatibilmente con gli impegni calcistici. Attualmente il KK Novi Pazar 1969 milita nella Prve RL 2024-25, dove domina il campionato da imbattuto. Qui l’ex Fiorentina avrà la possibilità di sdoppiarsi e realizzare il sogno di diventare un giocatore di basket. Una carriera sorprendente quella del trentatreenne che si conclude presto, ma con la gioia negli occhi e con la consapevolezza di aver dato tutto e di aver subito altrettanto, dalle critiche – soprattutto nel periodo milanese -, ai colpi di Delio Rossi nella famosa litigata che costò all’allenatore la panchina della Viola, dopo aver reagito con violenza a qualche parola di troppo del giocatore.

Non solo Ljajic, quanti sportivi che hanno cambiato sport

Quando ci si lega a uno sport, talvolta anche diventandone delle leggende, si pensa che nella propria vita esista solo quello: eppure, non è così. Talvolta, sono proprio i più grandi campioni a fare scelte come quella di Adem Ljajic, seguendo altre strade al termine della carriera e mettendosi in gioco anche su altri fronti. Un grande esempio lo abbiamo in Italia, dove Valentino Rossi, dopo il suo ultimo giro in sella alla Petronas e con 9 motomondiali vinti sulle spalle (più di ogni altro mai salito su una moto) ha deciso di abbandonare le due ruote per sedersi sul sedile di un’auto da corsa prendendo parte al Mondiale Endurance. Ma la passione del Dottore per le macchine non è una novità. Quando ancora era pilota di MotoGP, dalla seconda metà degli anni 2000, iniziò a partecipare con regolarità al Monza Rally Show, vincendo perfino 7 edizioni, come nessuno nella storia. Tra il 2004 e il 2009, come confessò lui stesso, fu addirittura a un passo dall’abbandonare la MotoGP per trasferirsi in Formula 1, alla Ferrari, dopo aver svolto alcuni test in pista che impressionarono anche il pilota di punta del cavallino, Michael Schumacher.

Ma anche Vale è uno dei tanti, almeno in questo. La lista è lunghissima e se ci spostiamo anche su altri sport ci incrociamo con altre leggende che hanno provato una carriera alternativa. Ma vi ricordate di Usain Bolt con la maglia del Borussia Dortmund? Il 22 marzo del 2018, dopo essersi ritirato dalle corse con la nomina di primatista nei 100 e nei 200 metri (record mondiali ancora intatti), l’atleta giamaicano trovò un accordo con il club tedesco per svolgere un provino sotto gli attenti occhi dei dirigenti, dell’allora allenatore Stoger e di quasi duemila tifosi presenti sugli spalti. Bolt prese parte a qualche amichevole, ma poi le strade con il mondo del calcio si divisero. Leggermente meglio andò, invece, l’avventura di Michael Jordan nel mondo del baseball: «Voglio dimostrare di poter primeggiare anche in un’altra disciplina» disse pubblicamente, ma senza riuscire a mantenere le premesse. Nel 1994 firmò per i Chicago White Sox, ma venne poi retrocesso ai Birmingham Barons, dove restò solo un anno prima di concludere un’esperienza tentata ma mai realmente riuscita.

La lista prosegue e di nomi ce ne sono a bizzeffe. Si potrebbe parlare di Peter Cech che non ha mai appeso i guanti al chiodo, ma che dopo aver abbandonato il campo da calcio, oggi difende una porta da hockey o di Arjen Robben e la sua passione per la maratone che l’ha portato a correre nel 2023 quella di Rotterdam (concludendola in poco meno di 3 ore), di Andre Shurrle e la strana decisione di dedicarsi a un alpinismo un po’ particolare, scalando montagne fredde e gelide… ma seminudo, oppure l’amore di Ivan Perisic per il beach volley che nel 2017 lo portò a prendere parte a un torneo, perso miseramente. Scelte che a volte sono discutibili e lasciano perplessi, ma non sempre. Non è difficile, infatti, immaginare Tim Wiese – ex portiere tedesco – impegnato nel mondo del wrestling o l’eleganza di Alain Boghossian nel golf e di Gabriel Omar Batistuta nel polo. Vie alternative che svelano anche lati nascosti di personaggi che abbiamo imparato ad amare perché campioni in quel che facevano, ma che oggi apprezziamo, e non può essere altrimenti, anche in altre vesti.