Calcio

Almeyda: “Quando lasciai l’Inter soffrii molto. È successo anche a Maradona…”

Il tecnico del Siviglia, Matias Almeyda, ha raccontato in conferenza stampa i momenti difficili vissuti da calciatore al termine della sua esperienza all’Inter
Matias Almeyda
Matias Almeyda (Photo by Angel Martinez - UEFA/UEFA via Getty Images)

Il tecnico del Siviglia, Matias Almeyda, ha raccontato in conferenza stampa i momenti difficili vissuti da calciatore al termine della sua esperienza all’Inter. Un periodo complicato che lo ha segnato profondamente e che oggi lo porta a dare priorità assoluta alla passione e al divertimento nel calcio, valori che considera fondamentali anche come allenatore.

Almeyda e il dolore del ritiro

“Ho sofferto molto. Sono stato aiutato dalla mia famiglia e dai professionisti. Giocavo nell’Inter e ho detto a Moratti che non volevo più giocare. Avevo altri due anni di contratto. La mia vita era così; non vendo il mio orgoglio. Tutti i calciatori vivranno quel momento, ed è per questo che sono diventato allenatore. È stato un momento brutto. Ecco perché do priorità all’amore per il calcio e al gioco il più a lungo possibile”, ha spiegato Almeyda. Poi ha aggiunto: “Quando smetti di giocare, il 95% dei giocatori non riceve mai una telefonata il giorno dopo. Non hai amici; ti chiamano ogni tanto per una intervista… L’ho sperimentato in prima persona. Ero amico di Maradona; se è successo a lui, succederà a tutti”.

Almeyda e l’elogio ad Alexis Sanchez

Il tecnico ha voluto anche difendere Alexis Sanchez dalle critiche, raccontando: “Nel calcio, l’analisi che si fa negli anni è molto frettolosa… A 30 anni mi sono ritirato per andare in campo e a 35 sono tornato al River senza allenare ed è stata la mia migliore fase calcistica. Ciò che noto in Alexis e negli altri ragazzi è che si divertono a giocare a calcio, alcuni confondono il divertimento con il guadagno, preferiscono divertirsi anche solo giocando dieci minuti prima di accettare offerte milionarie, questo mi piace”. Infine Almeyda ha ribadito: “Alexis è un calciatore che vuole vincere e che darà il suo contributo grazie alla sua esperienza. Ci comporteremo come una squadra per ottenere il massimo l’uno dall’altro. Mi piace molto la sua umiltà, la sua voglia di giocare e basta. E per me, giocare a calcio significa questo; questa parte non deve morire, e lo vedo in questi giocatori”.