Calcio

Berardi: “Orgoglioso di essere una bandiera del Sassuolo, per me è una famiglia”

Le parole dell'attaccante, protagonista della promozione del Sassuolo in Serie A
Domenico Berardi
Domenico Berardi, Sassuolo (Getty Images)

Una stagione incredibile, una cavalcata unica che si è conclusa con il ritorno in Serie A. Il Sassuolo è pronto a tornare nel massimo campionato e a guidarlo ci sarà ancora lui, Domenico Berardi, una vera e propria bandiera del club. L’attaccante è stato protagonista indiscusso con la maglia dei neroverdi nonostante il rientro da un brutto infortunio che lo ha tenuto lontano dal campo per molto tempo.

Intervistato dai canali ufficiali del club Berardi ha ripercorso la stagione che si è appena conclusa: La stagione è stata sicuramente una stagione positiva perché venivamo da una retrocessione in Serie A e sicuramente molti di noi che sono rimasti ci tenevano a riportare il Sassuolo in Serie A. È una stagione impegnativa, perché il campionato di Serie B non è scontato da vincere anche se hai dei giocatori molto forti e ci siamo riuniti insieme al mister e siamo riusciti a portare il club dove merita”.

Berardi: “Retrocessione il momento più brutto della mia carriera”

La retrocessione è un lontano ricordo ma per Berardi è stata durissima da digerire: La retrocessione è stata brutta da digerire, perché non poter dare una mano alla squadra e vederla da casa sdraiato su un divano mi ha fatto male, perché non riuscivo neanche i primi mesi ad andare allo stadio perché dovevo stare a riposo ed è stata dura da digerire. Dopo la retrocessione il momento più brutto della mia carriera è stato quello, quindi la ripartenza è stata dopo l’annuncio di Mister Grosso. Ci siamo detti di rimbocchiarci le maniche e da adesso in poi si pensa a lavorare duro”.

“Sassuolo è casa, è famiglia. Felice di essere una bandiera”

Per l’attaccante Sassuolo è una famiglia e lui per il club una vera e propria bandiera: “Sassuolo come famiglia nasce da tanto tempo perché con Carnevali, Giorgio Squinzi e Adriana Spazzoli che mi hanno accolto come se fossi un figlio, poi loro purtroppo sono venuti a mancare e hanno preso in mano la situazione i figli Veronica e Marco, ci sono stati tanto vicini, mi sono stati tanto vicini anche nel momento in cui mi sono fatto male. Ho sempre detto che Sassuolo è famiglia, è casa e mi trovo bene. Essere la bandiera di Sassuolo mi rende orgoglioso perché non ce ne sono più di bandiere”.