Caos River Plate: elezioni presidenziali, eliminazione shock e Gallardo nel mirino
Quello che sta per arrivare non è un fine settimana qualsiasi per il River Plate: è un vero e proprio punto di ebollizione istituzionale e sportivo.
Sabato si terranno le elezioni che decreteranno il successore di Jorge Brito, ma l’attenzione si sposta drammaticamente a domenica sera (ore 20:30), quando la squadra di Marcelo Gallardo affronterà il Gimnasia nell’ultima partita casalinga del Torneo di Clausura.
Quello che doveva essere un match di routine si è trasformato in uno scontro ad alta tensione. L’eliminazione a sorpresa dalla Copa Argentina contro l’Independiente Rivadavia e le scarse performance in campionato, che ora mettono a rischio la qualificazione alla Copa Libertadores 2026, preannunciano un’assemblea pubblica di protesta al Monumental.
L’urlo dello stadio: “Giocatori, figli di pu**ana”
Il legame tra i tifosi e la squadra è spezzato. Venerdì notte, dopo l’eliminazione a Mendoza, lo stadio Kempes ha tuonato contro i giocatori: “Giocatori, figli di pu**ana, vediamo se riuscite a mettervi le palle dentro, non le ha messe nessuno!“
Gli insulti si erano già sentiti a Núñez dopo la sconfitta contro il Sarmiento, e domenica si ripeteranno, con pochi giocatori che si salveranno dal disprezzo del pubblico.
A peggiorare le cose, si aggiungono le frustrazioni ereditate dall’ultima parte del mandato di Martín Demichelis (eliminazioni contro il Boca e il Temperley, oltre a umilianti sconfitte in campionato).
La crisi totale di Gallardo: zero obiettivi raggiunti
Il clamoroso ritorno di Marcelo Gallardo non solo non ha risolto la situazione, ma, contro ogni previsione, l’ha peggiorata. Il River ha continuato ad accumulare frustrazioni, mancando tutti e sette gli obiettivi che si era prefissato nell’ultimo anno e mezzo.
Le sue statistiche sono impietose:
- Eliminato dalla Libertadores 2024 (semifinale) e da quella di quest’anno (quarti).
- Quinto posto nella Liga Profesional precedente.
- Uscito ai playoff di Apertura e in semifinale di Copa Argentina.
- Investiti quasi 70 milioni di dollari in tre sessioni di mercato senza mai trovare una struttura funzionale o un’identità di gioco.
Gallardo ha provato a scusarsi: “La gente ha ragione a esprimere il proprio malcontento. Eravamo una squadra che non si relazionava con i tifosi, non giocavamo bene nelle partite decisive. Eravamo in debito da questo punto di vista.”
Il Muñeco nel mare della turbolenza
Nonostante la crisi sportiva, l’amore eterno tra i tifosi e Gallardo (testimoniato dalla sua statua di fronte all’Avenida Figueroa Alcorta e dal coro “Muñeeeco, Muñeeeco” a ogni partita) resta saldo. I candidati alla presidenza del partito al governo, infatti, puntano a nominarlo “amministratore delegato del calcio del River“.
Tuttavia, il secondo mandato di Gallardo è entrato in un mare di incertezza e la sua nave naviga in acque così turbolente da far temere il peggio.
L’emergenza infortunati: Driussi in forse per il Superclásico
A complicare la situazione, si aggiunge l’infermeria. Sebastián Driussi ha riportato una ricaduta (lesione al bicipite femorale sinistro) nell’ultima partita, lo stesso infortunio che lo ha tormentato tutto l’anno.
L’attaccante salterà sicuramente il match contro il Gimnasia e la sua presenza al cruciale Superclásico contro il Boca Juniors di domenica 9 novembre è fortemente in dubbio. Essendo una ricaduta, lo staff medico non può garantire i tempi di recupero standard (circa due settimane), rendendo i progressi nei prossimi giorni decisivi per sapere se Driussi potrà essere un’opzione per la partita più importante dell’anno.