Calcio Estero

Lione retrocesso, tifosi in rivolta contro John Textor

Striscioni in città e proteste social: gli ultras del Lione chiedono l’addio immediato del presidente americano
John Textor
John Textor

Il 24 giugno 2025 segna una pagina nerissima nella storia dell’Olympique Lione. La DNCG, l’organo di controllo finanziario del calcio francese, ha confermato la retrocessione amministrativa del club in Ligue 2, scatenando la rabbia furiosa della tifoseria. A nulla sono valse le rassicurazioni del presidente John Textor e del direttore sportivo Michael Gerlinger: secondo la DNCG, le garanzie economiche presentate non sono sufficienti e le recenti manovre finanziarie – tra cui le cessioni di Caqueret e Cherki e la vendita del 45% del Crystal Palace – non risultano ancora concretamente verificate.

Un popolo ferito

Ma a far notizia è soprattutto la rivolta del popolo lionese. I Bad Gones, il gruppo ultras più rappresentativo dell’OL, sono passati subito all’azione. Striscioni con scritte come “Textor fuori!”“Questo club non è tuo”“Il popolo si rivolta”sono comparsi in tutta la città: dal Groupama Stadium ai ponti della Saona, fino a Fourvière e alla Rocade Est. Una mobilitazione mai vista negli ultimi decenni. Anche sui social la rabbia monta: “Textor deve sparire dal nostro club”, scrivono i tifosi, denunciando una gestione definita disastrosa fin dal primo giorno. L’accusa è chiara: assenza di trasparenza, promesse mancate e nessun rispetto per la storia del club. La dirigenza ha ora sette giorni per presentare fondi certi e tracciabili e tentare di ribaltare la decisione. Ma la spaccatura tra società e tifoseria è ormai totale.