Mac Allister: “De Zerbi mi ha salvato! Quand’ero al Brighton…”

Non tutto va sempre rose e fiori. A volte le cose sembrano prendere una piega dolorosa, destinata al fallimento, ma è proprio in quei momenti che bisogna attendere e saper sfruttare i cambiamenti. Un po’ come ha fatto Alexis Mac Allister con la maglia del Brighton. Dopo due anni difficili e tantissime panchine, il centrocampista argentino ha sfruttato l’arrivo di Roberto De Zerbi che in poche settimane lo ha saputo trasformare in uno dei centrocampisti più forti in circolazione: portandolo a diventare il numero 10 del Liverpool e a vincere un Mondiale con l’Argentina. Una trasformazione completa che lo stesso Mac Allister ha raccontato intervenendo durante un podcast.
Mac Allister racconta la sua crisi
«Nel dicembre 2020, ho chiamato piangendo mia mamma su FaceTime. Ero nel mio appartamento a Brighton e lei era a casa a Buenos Aires. Ho detto: ‘Mamma, non ce la faccio più. Torno a casa. Devo andarmene da qui‘. All’epoca giocavo a malapena per il Brighton. Indossavo la maglia numero 10 di un club di Premier League, il sogno di tanti bambini in Argentina, ma non ero nessuno. Chiamavo mia madre su FaceTime ogni giorno, chiedendole come accendere il forno e dove mettere il detersivo. E stando da solo, senza giocare, ci si deprime. Molti non lo sanno, ma quel Natale, senza tifosi negli stadi, avevo già fatto le valigie. Letteralmente le avevo già fatte. Un giorno la chiamai piangendo a dirotto, dicendole: ‘Mi licenzio. Non ce la faccio più’. Ma le mamme sanno sempre cosa dire e alla fine sono rimasto, è stata la mia fortuna. Qualche settimana dopo ho giocato contro l’Everton segnando una doppietta e da lì è iniziata la mia carriera».
L’arrivo di De Zerbi
«Quando De Zerbi arrivò come nostro allenatore la stagione successiva, pochi mesi prima dei Mondiali, cambiò tutto per me. La cosa principale che mi aiutò a migliorare fu la mia capacità di analizzare il campo, di profilare la situazione. Scattare piccole immagini mentali della scacchiera ogni due secondi. Per me, è uno dei migliori al mondo in questo tipo di analisi. La sua testa non smette mai di muoversi e grazie a De Zerbi ho migliorato davvero il mio gioco».