Rooney e le minacce di morte per il passaggio al Manchester United
L’ex attaccante della nazionale inglese, Wayne Rooney, ha rivelato di aver ricevuto persino minacce di morte in seguito al suo trasferimento dal club d’infanzia, l’Everton, al Manchester United.
Nel 2004, Rooney, allora diciottenne, firmò per i Red Devils in un affare da 27 milioni di sterline, dopo aver rifiutato un’offerta contrattuale record dai Toffees. Questa mossa, da Merseyside a Manchester, scatenò una forte reazione negativa da parte di alcuni tifosi dell’Everton.
“Ho ricevuto minacce di morte,” ha raccontato Rooney nell’ultimo episodio del The Wayne Rooney Show della BBC Sport. “La casa dei miei genitori è stata imbrattata con vernice spray e danneggiata. Anche la casa della mia fidanzata dell’epoca, ora mia moglie, è stata vandalizzata con la vernice spray.”
Rooney ha sottolineato l’importanza della forza mentale in quei momenti difficili: “Credo che sia lì che devi essere mentalmente forte. Le persone intorno a te devono aiutarti. Andare via fu difficile perché andai al Manchester United, e la rivalità tra Liverpool e Manchester è enorme, il che rese tutto molto più difficile. Ma ho sempre avuto un’unica mentalità: ‘Non mi interessa’. Sapevo cosa volevo e sapevo come ottenerlo. Dovevo restare duro nella mia mente. Queste erano persone della mia città, quindi fu difficile, ma pensai: ‘Non mi interessa’, devi essere egoista e prendere queste decisioni.”
La pressione di oggi: il ruolo dei social media
Quando Rooney si trasferì, l’influenza dei social media era minima, un fattore che, secondo lui, aggiunge una pressione diversa sui giovani calciatori moderni. Il figlio maggiore di Rooney, Kai, gioca attualmente nelle giovanili dello United, e l’ex attaccante sottolinea l’importanza di avere un solido supporto.
“Ora la differenza sono i social media,” ha spiegato Rooney. “Quando ero giovane, ero sui giornali locali, quindi tutti a Liverpool mi conoscevano. Ora lo vedo con mio figlio che ha 16 anni ed è sui social media. Gioca per lo United, è sponsorizzato da Puma e ci sono centinaia di migliaia o milioni di persone che li guardano quando sono così giovani, e io non avevo questa cosa.”
Ha aggiunto che la costante valutazione e il giudizio sui social rendono cruciale il supporto di club e familiari per mantenere i giovani calciatori in una buona condizione psicologica.
Un legame speciale: l’amicizia con Duncan Ferguson
Nel corso dell’intervista, Rooney ha anche rivelato di aver avuto un rapporto speciale con Duncan Ferguson fin da bambino. Ferguson, all’epoca attaccante dell’Everton, scontò 44 giorni di carcere nel 1995 per aggressione.
“Ero un ragazzino che tifava Everton, quindi gli scrivevo in prigione, e lui mi rispondeva,” ha raccontato Rooney. “Gli dicevo solo quanto lo amassi. [Lui rispondeva] ‘Grazie, significa molto’. Ovviamente, quando sei in prigione, accetti qualsiasi cosa.”
Rooney si unì all’accademia dell’Everton nel 1996 e debuttò in prima squadra nel 2002, quando Ferguson era ancora al club. “Ero troppo giovane per guidare, quindi mi riportava a casa dall’allenamento,” ha concluso Rooney. “Tutta la mia famiglia era composta da tifosi sfegatati dell’Everton, e Duncan Ferguson mi riportava a casa di mia madre, con mio padre che sporgeva dalla finestra [salutando]. Fu un’esperienza surreale.”