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Shock in Premier League, Clattenburg: “Ho pensato al suicidio, ecco perché”

L'ex fischietto di Premier League svela un pesante retroscena risalente a ormai tredici anni fa
Arbitri Uefa
Fischietto arbitro (Getty Images)

Dichiarazioni di un certo peso e tutt’altro che trascurabili quelle rilasciate dall’ex arbitro Mark Clattenburg in Inghilterra. Cinquant’anni compiuti a marzo, l’ex fischietto vanta una gloriosa carriera ventennale con tanto di conquista del premio di miglior arbitro mondiale nel 2016. Ma non solo: nel passato di Clattenburg c’è infatti anche una pesantissima accusa rivolta da una squadra di Premier League.

Cosa è successo

Il 28 ottobre 2012, infatti, Mark Clattemburg era nel pieno della sua carriera in Premier League e fu chiamato a dirigere una gara delicata come quella tra Chelsea e Manchester United. I Blues vinsero 3-2 una partita pirotecnica e divertente, ma a fare scalpare fu quanto venne rivelato dopo il triplice fischio. Il Chelsea, infatti, rilasciò un comunicato con il quale accusava il direttore di gara di aver fatto commenti razzisti nei confronti di Mikel. Immediata l’apertura di un’indagine da parte di FA ePolizia, che sospesero l’arbitro per quattro settimane, prima di assolverlo definitivamente. 

La rivelazione shock

Oggi Mark Clattenburg ha smesso di arbitrare partite, però è tornato anche su quel difficilissimo giorno di ormai quasi tredici anni fa. «L’episodio con John Obi Mikel ha influenzato particolarmente me e alla mia famiglia» ha spiegato l’ex arbitro. Che poi ha continuato: «È stato il momento in cui sono stato più vicino al suicidio. Se non potevo arbitrare più cosa altro potevo fare? Ricordo quando presi il telefono e vidi la notifica della notizia del comunicato del Chelsea che mi accusava di razzismo. Sono state le 12 ore peggiori della mia vita. Non riuscivo a dormire, non andavo a letto. Cercavo di ricordare cosa avessi detto ma non riuscivo. Forse era successo in un momento di foga, ma non ricordavo. Questa è stata la cosa più dura. Pensare di aver effettivamente detto qualcosa». 

A salvargli la vita, spiega ancora Clattenburg, fu una specifica situazione: la nascita di una figlia. «Avevo una figlia appena nata. Aveva solo 6 mesi in quel momento“. Dopo la conclusione delle indagini anche il Chelsea si disse pentito di come si erano sviluppate le cose. ma il fischietto inglese, sebbene tornò ad arbitrare con la completa assoluzione, rimase inevitabilmente segnato dalla vicenda, come svelato a distanza di tredici anni.