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Jashari, prime parole da giocatore del Milan: “Lo sognavo da bambino”

Ardon Jashari, appena prelevato dal Club Brugge, ha rilasciato la prima intervista da calciatore del Milan: le dichiarazioni
Ardon Jashari
Ardon Jashari

“È bellissimo essere qui, dopo le ultime settimane. Sono entusiasta di far parte di questo club storico, voglio riportarlo dove merita: a vincere titoli. Darò tutto”. Sono le prime parole, rilasciate ai microfoni di Milan TV, di Ardon Jashari, talentuoso centrocampista svizzero di origine macedone appena prelevato dai rossoneri dal Club Brugge, al termine di un’estenuante trattativa durata oltre 50 giorni: “Da quando ho saputo del loro interesse sono stato orgoglioso del progetto che mi veniva proposto. Quando ho deciso che volevo andare al Milan non c’è stata via di ritorno: è un sogno da bambino, me l’hanno ricordato tanti componenti della mia famiglia e tanti amici. Ora è realtà. Penso di poter dare un grande impatto in termini fisici. Aiuterò la squadra sia offensivamente che difensivamente, cercherò di fare l’ultimo passaggio e aiutare i miei compagni a segnare”.

Jashari, dagli idoli Baggio e Pirlo a Modric come compagno

“I miei modelli rossoneri? Facile: Roberto Baggio e Andrea Pirlo. Mi piaceva molto come giocavano, era tecnici e forti, creativi nell’ultimo passaggio. È quello che cerco di fare. Giocherò con Luka Modric? È fantastico. Inizia il mio percorso, al fianco di un giocatore così incredibile, che ha vinto così tanto. Mi può solo aiutare, voglio imparare tutto da lui e ascoltare tutti i suoi insegnamenti, dentro e fuori dal campo. Cosa penso quando guardo la maglia del Milan? È difficile spiegare certi sentimenti, è solo una cosa fantastica poter far parte di questo club fantastico. Quello che posso dire è che voglio fare la mia parte e, come ho detto, di riportare la squadra dove merita. Il numero 30? Ho iniziato con questo numero in Svizzera, l’ho scelta perché ho sempre amato Messi, che ha iniziato con questo numero. Mi ha aiutato molto, sia in Svizzera che in Belgio, spero di farne un numero storico”, ha concluso Ardon Jashari.