Marsiglia, parla Longoria: “Rabiot? Non ho mai visto niente del genere”

La Francia è ancora sotto shock per un’estate di fuoco. Un’estate segnata dalla “crisi” in casa Olympique Marsiglia, innescata da un episodio che ha del clamoroso. E oggi, per la prima volta, il presidente dell’OM, Pablo Longoria, ha rotto il silenzio. Lo ha fatto con una franchezza e una durezza che non lasciano spazio a interpretazioni, svelando i retroscena della rissa tra Adrien Rabiot e Jonathan Rowe e difendendo una decisione che ha fatto tremare il mercato: la cessione del francese al Milan.
Lo scontro che ha segnato il club
Longoria, che non era presente al momento dello scontro, ha rivelato i dettagli scioccanti che gli sono stati raccontati. “Non ero nello spogliatoio. Ma quello che posso dire è che lo staff, sportivo e non, mi ha detto che è stato qualcosa di inaudito, violento, molto aggressivo e che ha superato ogni limite“, ha dichiarato il presidente, descrivendo una situazione che ha segnato per sempre i presenti. E poi, la frase che più di tutte ha fatto il giro del mondo: “Mai nella mia vita ho visto dei giocatori uscire dallo spogliatoio con il volto completamente bianco, completamente sfigurato. È stato qualcosa di forte.“
Una lite di una violenza tale da costringere la dirigenza ad agire. E l’unica decisione possibile, nonostante la perdita di un giocatore del calibro di Rabiot, è stata quella drastica. “Il club è completamente vittima di questa situazione“, ha tuonato Longoria. “Quale club sostituisce il suo miglior giocatore alla fine del mercato per 10 milioni di euro? Non sarebbe molto logico“.
La linea della fermezza: “Nessun rimpianto”
Nonostante la perdita sportiva, Longoria non ha dubbi sulla scelta fatta. “Non ho alcun rimpianto. Abbiamo preso questa decisione con convinzione, per il bene del collettivo“, ha spiegato, ribadendo la sua filosofia di gestione. “Quando sei fedele ai tuoi principi, puoi dormire sonni tranquilli“.
Il presidente ha voluto lanciare un messaggio chiaro, non solo ai giocatori, ma anche a tutto l’ambiente: “I giocatori devono fare i giocatori, l’allenatore deve fare l’allenatore, il fisioterapista deve fare il fisioterapista. Quando c’è una confusione di responsabilità, è segno che il club non è ben organizzato“. La “separazione” da Rabiot, dunque, non è stata una punizione, ma una scelta per il bene comune, per ribadire che l’OM viene prima di ogni individualità. Un gesto di fermezza che Longoria, in un momento di grande pressione, ha difeso con orgoglio, dimostrando che il suo Marsiglia non ha intenzione di scendere a compromessi.