Milan, risoluzione per Origi: un affare disastroso per le casse rossonere

Il matrimonio tra Divock Origi e il Milan è ormai ai titoli di coda. Secondo le ultime indiscrezioni, il club rossonero e l’attaccante belga sono vicini a un accordo per la risoluzione anticipata del contratto, originariamente in scadenza il 30 giugno 2026. Arrivato a parametro zero nell’estate del 2022 dopo l’esperienza al Liverpool, Origi aveva firmato un quadriennale da 4 milioni di euro netti a stagione, ma di fatto ha vestito la maglia rossonera soltanto nel 2022/23.
Il peso economico della buonuscita
Dopo un’annata deludente, l’attaccante era stato girato in prestito al Nottingham Forest nel 2023/24. Nell’ultima stagione, invece, non ha risposto alla convocazione per il progetto “Milan Futuro” e si è limitato a restare a libro paga, senza mai rimettere piede a Milanello. Per liberarsi dal suo ingaggio pesante, il Milan dovrebbe corrispondergli una buonuscita inferiore alla metà dello stipendio residuo: l’ipotesi è di circa 1,5 milioni netti (1,97 lordi). In questo modo il club otterrebbe un risparmio complessivo di circa 3,44 milioni di euro tra ingaggio evitato e quota ammortamento residua. La svalutazione finale, pari a 165mila euro, verrebbe invece registrata nel bilancio 2024/25.
Un affare disastroso per i rossoneri
Il bilancio dell’operazione Origi resta comunque negativo. Tra stipendi, commissioni d’ingaggio (660mila euro) e la probabile buonuscita, il Milan avrà speso circa 18,35 milioni di euro per un giocatore che in rossonero ha collezionato appena 36 presenze ufficiali, senza mai incidere. Un rendimento che, tradotto in numeri, equivale a oltre 500mila euro a partita e più di 15mila euro per ogni minuto in campo. Una delle operazioni meno fortunate della gestione recente del club.