Inter-Barcellona, il racconto di Bergomi: “Come si fa a non lasciarsi prendere dall’emozione?”

Quella tra Inter e Barcellona, valida per la semifinale di ritorno di Champions League, è stata una partita emozionante e piena di colpi di scena. I nerazzurri si erano portati sul 2-0, poi il Barcellona è riuscito a rimontare e addirittura a passare in vantaggio all’88’, ma il gol di Acerbi allo scadere dei tempi regolamentari ha ristabilito il pareggio sul 3-3, portando la sfida a oltranza. Alla fine è stata l’Inter a spuntarla, grazie alla rete decisiva di Frattesi.
La telecronaca di Bergomi e Caressa
Una notte indimenticabile, resa ancora più speciale dalla telecronaca coinvolgente di Beppe Bergomi e Fabio Caressa a Sky. Il primo, di nota fede interista, al fischio finale si è commosso, tanto che Caressa ha dovuto passare la linea allo studio. Una telecronaca intensa, che ha fatto discutere e attirato anche qualche critica per una possibile “imparzialità”, ma in un’intervista a La Gazzetta dello Sport, Bergomi ha chiarito il suo punto di vista:
“Ma lei l’ha vista la partita? Incredibile! Come si fa a non lasciarsi prendere dall’emozione? Anche Fabio, a un certo punto, piangeva con me. C’era anche Repice accanto e ci siamo detti che era impossibile restare freddi. Certo, dopo una vita all’Inter, qualche sfumatura può scappare… Forse ho esagerato nel sottolineare la parata di Sommer su Yamal nel finale”.
Il racconto di Bergomi
Bergomi ha poi continuato dicendo che fa questo mestiere da una vita, con professionalità e rispetto per tutti: “Nel 2019 la Juve perse 2-0 a Madrid, ma poi vinse 3-0 al ritorno con una tripletta di Ronaldo. La nostra telecronaca fu altrettanto emozionata. Eppure, due giorni dopo, a San Siro per Inter-Eintracht, gli interisti mi accusarono di essere filo-juventino. Ci sono abituato. Se in campo ci sono due squadre italiane, sono imparziale. Altrimenti, è umano farsi trasportare dalle emozioni. Da casa non si può capire l’energia che si vive allo stadio. E credo sia giusto cercare di trasmetterla a chi guarda.”