Calcio

Cosa sta succedendo al Rimini: messo in vendita a un euro, tre allenatori e tre presidenti in dieci giorni

Il Rimini sta vivendo un periodo di forte caos interno: tra allenatori, presidente e società in vendita, ecco cosa sta succedendo
Pallone
Pallone da calcio (Getty Images)

Tre presidenti e tre allenatori in appena dieci giorni: più che un inizio di stagione, quella del Rimini sembra la trama di una commedia. In mezzo ci sono ex protagonisti di programmi televisivi, un progetto milionario con fondi europei, conti bloccati, sequestro giudiziario e la Guardia di Finanza a indagare.

Gli allenatori

Il precampionato era iniziato con Filippo D’Alesio, tecnico della Primavera, poi ad agosto arriva Francesco Baldini, ma senza firmare mai il contratto mai e andando via subito. Dentro allora Piero Braglia, veterano della categoria, ma neanche lui arriva a firmare il contratto. Risultato? Alla prima partita ufficiale, in Coppa Italia, la panchina torna a D’Alesio. Ma gli allenatori non sono gli unici ad esser andati via: dopo un’aggressione da parte di alcuni ultrà, ha lasciato anche il ds Luca Nember.

Società in vendita per un euro

Sul piano societario il caos è ancora più profondo. A luglio 2023 la proprietà passa a DS Sport, guidata da Stefania Di Salvo e dal marito Stefano Petracca, con un progetto di riqualificazione da 6 milioni di euro (fondi Pnrr inclusi). Tra stipendi non pagati e penalizzazioni, però, la situazione precipita. A luglio 2025 arriva un sequestro conservativo per un debito di 200mila euro verso l’ex presidente Rota e la società viene messa in vendita per un euro, mantenendo però il progetto immobiliare.

Caos societario e proteste

Il 5 agosto subentra la Building Company, piccola impresa tra Lombardia e Campania guidata da Giusy Anna Scarcella, che poco dopo nomina presidente Valerio Perini, durato appena una settimana, e infine Espedito Siniscalchi, manager napoletano noto al gossip per i legami con Lele Mora e Valeria Marini. Scelta che scatena la protesta dei tifosi, a cui la proprietà replica offesa, minacciando di non mettere più piede in città ma senza mollare il club. Nel frattempo il sindaco Sadegholvaad minaccia di non concedere lo stadio, mentre persino i tifosi del Friburgo esprimono solidarietà con uno striscione: “Rispetto per Rimini”.