Da Mancini a Spalletti: la lista dei grandi allenatori in attesa

Una lista così lunga da sembrare quasi una panchina infinita. È quella degli allenatori attualmente senza squadra, un esercito di tecnici di primissimo livello che aspettano soltanto la chiamata giusta per rimettersi in gioco. Ci sono campioni d’Europa, vincitori di Mondiali, protagonisti di stagioni memorabili e volti che, fino a pochi mesi fa, sedevano sulle panchine più prestigiose del calcio mondiale.
Il nome che spicca su tutti è quello di Zinedine Zidane, tre volte campione d’Europa col Real Madrid, fermo ormai dal 2021. Il suo ritorno è tra i più attesi, ma il francese ha sempre scelto con calma, senza farsi trascinare dal mercato. Appena dietro di lui, un altro volto noto al calcio italiano: Luciano Spalletti, che dopo l’addio alla Nazionale azzurra si trova per la prima volta da anni senza una panchina. Due allenatori diversissimi per filosofia, ma accomunati da un destino temporaneo: il limbo dell’attesa.
Grandi nomi in pausa
In questo elenco di “disoccupati eccellenti” non figurano più Thomas Tuchel e Mauricio Pochettino, entrambi ex PSG e Chelsea, che hanno scelto nuove sfide internazionali – uno con l’Inghilterra, l’altro con gli Stati Uniti. C’è invece chi resta in attesa come Joachim Löw, campione del mondo nel 2014 con la Germania e lontano dai campi dal suo addio alla Mannschaft. Nella stessa situazione si trovano Roberto Mancini, Gareth Southgate, Jorge Sampaoli e Erik ten Hag, sollevato dall’incarico al Manchester United dopo una stagione deludente e sostituito da Ruben Amorim. Tutti nomi che, al solo pronunciarli, fanno tremare le panchine di mezza Europa.
Esuberi ed occasioni
Negli ultimi giorni si sono aggiunti altri nomi di peso. Ange Postecoglou, reduce dall’esperienza al Nottingham Forest, e Xavi, separatosi dal “suo” Barcellona dopo un finale di stagione tormentato. Poi c’è chi aspetta un’altra occasione per ripartire, come Thiago Motta, Lucien Favre, Walter Mazzarri, Rafael Benitez, Marco Rose, Edin Terzic, Daniele De Rossi, Jon Dahl Tomasson, Dunga, Sean Dyche, Bruno Lage, Adi Hütter e Raffaele Palladino.
Una lista sterminata, piena di esperienza e idee diverse, che rappresenta la doppia faccia del calcio moderno: da un lato l’instabilità cronica delle panchine, dall’altro la certezza che, ovunque, qualcuno è sempre pronto a subentrare. Perché in fondo, in questo gioco spietato, ogni esonero è solo l’attesa di una nuova occasione.