Fernandes, il sogno United e le lacrime di sua moglie
Ci sono sliding doors che segnano una carriera, e per Bruno Fernandes quella decisiva porta dritta a Manchester sponda Unites. Il capitano dei Red Devils è tornato a raccontare i retroscena del trasferimento che lo ha consacrato a livello mondiale, ripercorrendo i mesi complessi e carichi di tensione vissuti allo Sporting Lisbona prima dell’approdo a Old Trafford, passando da quello che lui stesso ha definito un vero e proprio “gran rifiuto”.
Un addio necessario
Il centrocampista portoghese ha spiegato come il salto in Premier League fosse stato a un passo già nell’estate precedente, ma verso una destinazione diversa: “Tutto è iniziato in estate. Il Tottenham era fortemente interessato a me, li ho incontrati, era tutto pronto, ma lo Sporting decise di non vendermi”, ha raccontato Fernandes in un’intervista ad Amazon Prime Sport. Una scelta che lo ha segnato profondamente: “Il presidente Varandas mi rese molto triste. Ne parlammo più tardi, una volta chiuso il mercato inglese”. Poi, a gennaio, lo scenario cambiò radicalmente: “Dopo le cessioni di Raphinha e Bas Dost, lo Sporting aveva ancora difficoltà finanziarie: dovevano vendermi e arrivò l’offerta dello United”.
Sogno che si avvera
Il momento più intenso, però, è legato alla sfera privata. Fernandes ha ricordato l’istante esatto in cui ha capito che il sogno stava diventando realtà: “Ero in camera mia a cambiarmi e mia moglie aveva le lacrime agli occhi. Mi chiedeva cosa stesse succedendo. Io non riuscivo nemmeno a parlarle perché per me era come vivere un sogno”. E la chiusura è una dichiarazione d’amore senza filtri: “Il Manchester United è sempre stato il mio club preferito. Ricevere quella chiamata sei mesi dopo aver pensato che fosse impossibile, sapere che arrivava proprio dalla squadra dei miei sogni, è stato qualcosa di incredibile”.