La Fiorentina vive un momento di crisi profonda e apparentemente irreversibile, tradotto finora in uno dei peggiori inizi di campionato della propria storia in Serie A. Con sei sconfitte nelle prime dieci giornate, la squadra viola eguaglia un primato negativo che mancava da oltre vent’anni. L’ultima volta che i toscani avevano collezionato un simile avvio risale infatti alla stagione 2001/02, mentre prima ancora bisogna tornare addirittura al 1939/40. Un rendimento semplicemente ingiustificabile, segnato da troppi passi falsi e da un equilibrio mai trovato che rischia di compromettere le ambizioni di una squadra partita sotto ben altri presupposti.
Rottura prolungata
E per Stefano Pioli, stavolta, sembra davvero arrivato il capolinea. Anche perché l’allenatore sta attraversando il suo secondo peggior periodo da allenatore in Serie A. Il tecnico della Viola non vince infatti da dieci gare consecutive con la stessa squadra, un digiuno che gli era capitato soltanto tra novembre 2006 e gennaio 2007, quando sedeva sulla panchina del Parma. Un dato che testimonia il tracollo di un progetto nato sotto svariati proclami, ma scricchiolante sotto ogni punto di vista. E ora l’unica strada percorribile appare quella della separazione anticipata, oltre a un doveroso mea culpa nei confronti di una tifoserie stanca e disillusa.