Calcio

Gascoigne, la lotta infinita contro l’alcolismo:”Mi sento infelice”

Gascoigne e il rapporto con droga e alcool. E quel trauma subito da bambino

Paul Gascoigne e l’alcool, una storia infinita. La leggenda inglese, in un’intervista televisiva a ITV Good Morning Britain, ha ammesso di avere ancora delle difficoltà e che beve ancora. 

Il rapporto con l’alcool

Il cinquantottenne ha raccontato di essere stato costretto, nuovamente, a entrare negli Alcolisti Anonimi dove riceve sostegno e si confronta con altre persone che hanno la sua stessa dipendenza. “Posso passare mesi e mesi senza problemi, poi ho una ricaduta di due giorni e ne subisco le conseguenze. E poi non mi piaccio per alcuni giorni – ha detto – Mi sento semplicemente infelice e devo andare a una riunione degli AA e limitarmi ad ascoltare perché ti chiedi cosa sia”. Smettere non è facile e con le lacrime agli occhi ha spiegato tutte le sue difficoltà: “Non proprio, ci ho provato per cinque anni e quattro anni. È come qualsiasi altra cosa: se stai seduto dal barbiere abbastanza a lungo, ti taglieranno i capelli”.

Il rapporto con la droga

Non solo l’alcool, l’ex Lazio ha ammesso anche di aver fatto uso di droghe: “Ho iniziato a fare uso di droghe quando le ho provate per la prima volta, e poi ho avuto dei problemi. È stato solo a causa dell’hacking del telefono che ho litigato con mia madre e mio padre per tre mesi, e questo ci ha distrutti”. Tutto è iniziato quando nel 2015 gli hanno hackerata il telefono. 

Il trauma subito da bambino

Una vita disastrata, piena di successo ma anche di sbando e fragilità. L’ex centrocampista ha raccontato anche di un trauma vissuto quando aveva appena dieci anni. Il fratello di un suo amico morì tra le sue braccia, aveva 8 anni. È morto investito da un auto: “Sono corso da lui ed è morto tra le mie braccia. Pensavo fosse ancora vivo perché muoveva leggermente le labbra. Ho detto: ‘Sta bene, respira’, ma non era così. Quello è stato il suo ultimo movimento”.