Inter, parla Ausilio: “Vi racconto la cessione più importante del club. Kvara unico rimpianto”

Da giovane promessa della Pro Sesto a direttore sportivo dell’Inter, passando per un infortunio che ha cambiato per sempre il corso della sua vita. In un’intervista a La Gazzetta dello Sport, Piero Ausilio ha ripercorso la propria carriera, svelando aneddoti e retroscena, tra cui quella che considera probabilmente la cessione più importante della sua gestione in nerazzurro.
La carriera da calciatore
Ausilio ha raccontato di come tutto fosse iniziato in una partita degli Allievi tra Pro Sesto e Milan, quando, in seguito a uno scontro con il portiere Carlo Cudicini, il ginocchio fosse andato in frantumi, con danni a cartilagine, menisco e legamenti. Si è descritto come un centrocampista non veloce ma con senso della posizione, paragonandosi ironicamente a un Cambiasso meno talentuoso. Col senno di poi, ha ammesso che quello scontro fortuito aveva aperto la strada a un futuro da dirigente, anche se in quel momento non poteva immaginarlo.
Il suo percorso lo aveva portato dal club lombardo al mondo del calciomercato, fino alla chiamata dell’Inter nel 1997 per ricoprire il ruolo di segretario del settore giovanile. Ha ricordato che il contratto iniziale fosse di soli sei mesi, ma di non essersene mai andato, vivendo quattro proprietà differenti: Moratti, Thohir, Suning e Oaktree.
La cessione più importante del club
Tra i colpi di mercato di cui va più fiero, Ausilio ha citato Kovacic, Brozovic, Onana, Lautaro, Bisseck e Thuram. Ha poi raccontato di un’operazione che, a suo dire, potrebbe essere stata la più importante per il club. Si trattava di una cessione invernale all’estero, avvenuta in un momento in cui la società faticava a pagare gli stipendi.
Mentre stava per firmare, un noto avvocato divorzista lo aveva chiamato per comunicargli che il giocatore non poteva partire: la moglie chiedeva la separazione e gli era stato ritirato il passaporto. Ausilio ha detto di aver rinchiuso i due in una stanza finché non avessero risolto tutto, trovando l’accordo per il divorzio e completando la vendita. Ha infine confessato un rimpianto: non aver preso Kvaratskhelia quando era stato proposto a diverse squadre italiane, spiegando che all’epoca l’Inter giocava con il 3-5-2 e il georgiano era più adatto a un 4-3-3.