Calcio

Lazio, Marchegiani ricorda lo Scudetto del 2000: “Un ricordo indelebile, siamo entrati nella storia”

Venticinque anni fa l'ultimo scudetto della Lazio, che in campo aveva campioni del calibro di Simeone, Veron, Conceiçao e tanti altri. Tra loro anche Marchegiani, che ha ricordato la vittoria al Corriere dello Sport
Lazio 2000

Venticinque anni fa la Lazio conquistava il secondo scudetto della sua storia. In porta c’era Luca Marchegiani, che sarebbe rimasto nella capitale per un decennio e che ha ricordato quell’impresa al Corriere dello Sport: fu un trionfo memorabile, destinato a rimanere impresso nella memoria collettiva. L’ex portiere ha sottolineato come gli scudetti si vincano ogni anno, ma che farlo in un contesto come quello vissuto dalla Lazio nel 2000 significa entrare di diritto nella storia del club, ma non solo.

L’attesa e la gioia

I biancocelesti sfidavano la Reggina in casa, battuta 3-0, e si contendevano il trofeo con la Juventus, in trasferta a Perugia. Nel capoluogo umbro si scatenò un terribile nubifragio che costrinse l’arbitro Collina a sospendere il match e riprenderlo con più un’ora di ritardo, con la Lazio che a distanza aspettava il risultato dei bianconeri. Alla fine, il gol di Calori per il Perugia regalò una gioia incontenibile alla sponda biancoceleste di Roma.

I ricordi di Marchegiani

Marchegiani si è detto estremamente orgoglioso di aver legato il proprio nome a quello di una società come la Lazio, in un momento in cui la squadra riuscì a lasciare un segno indelebile. Ricorda come l’anno precedente fossero arrivati secondi, al termine di un campionato molto combattuto e deciso solo all’ultima giornata e proprio per questo, all’inizio della nuova stagione, avevano subito percepito di avere le carte in regola per lottare ancora una volta per il titolo e, questa volta, vincerlo. In quegli anni, però, la Serie A era dominata dalle cosiddette “sette sorelle”, e chiunque tra loro avrebbe potuto imporsi: Milan, Inter, Juventus, Fiorentina, Roma, Parma e, appunto, la Lazio.

I campioni della Lazio

La Lazio era già competitiva, ma si era ulteriormente rinforzata con gli arrivi di Simeone, Veron e Inzaghi, che, pur giovane, fu decisivo in molte partite. Marchegiani ammise che il gioco non fosse particolarmente brillante, ma che a centrocampo Veron faceva la differenza e sui calci piazzati Mihajlovic rappresentava un’arma letale. La squadra poteva contare anche sull’esperienza e la classe di Mancini, sulla concretezza di Salas, sempre pronto a segnare, e su due esterni di grande livello come Nedved e Conceiçao.

L’epilogo vincente

La stagione iniziò bene, e nello spogliatoio si respirava la consapevolezza che tutto sarebbe dipeso da loro. Tra le partite decisive, l’ex portiere indicò Juventus-Lazio, che permise ai biancocelesti di avvicinarsi sensibilmente alla vetta. Ma furono fondamentali anche il derby e tutte le gare successive. Secondo Marchegiani, il vero segreto di una squadra che insegue è non commettere errori e mettere pressione a chi sta davanti.

Poi arrivò il 14 maggio. Il portiere ha rivelato di avere avuto subito buone sensazioni: pensava che, in caso di spareggio, la Lazio avrebbe avuto la meglio. Nessuno, però, si aspettava davvero che la Juventus potesse perdere a Perugia. La conquista del titolo scatenò un’emozione indescrivibile e per lui, vedere quel sogno concretizzarsi davanti agli occhi fu qualcosa di fantastico, un ricordo destinato a durare per sempre.