Lione, Fonseca pronto al rientro: “Ho pagato per il sistema”

Paulo Fonseca vede finalmente la luce in fondo al tunnel. Dopo una delle squalifiche più pesanti della storia recente del calcio francese, il tecnico del Lione può tornare negli spogliatoi e riabbracciare la sua squadra prima e dopo le partite di campionato. Tutto era iniziato il 2 marzo 2025, durante un infuocato Lione-Brest, quando l’ex allenatore di Roma e Milan aveva perso la calma di fronte all’arbitro Millot, arrivando a un testa a testa che gli era costato una squalifica fino al 30 novembre. “È una grande soddisfazione essere di nuovo con la squadra nei momenti importanti. È stata una sanzione eccessiva e ingiusta. All’inizio è stato durissimo non poter parlare ai giocatori negli spogliatoi“, ha raccontato a Record, con la voce di chi ha vissuto mesi complicati ma non ha mai smesso di sentirsi parte del gruppo.
Sassolini nella scarpa
Il portoghese non ha digerito quella che definisce una punizione sproporzionata, figlia più della politica che del calcio. “Credo che si sia voluto fare di me un esempio. In quel periodo c’erano state polemiche forti, accuse di corruzione, un’aggressione a un arbitro. Anche la ministra dello Sport è intervenuta. Io dovevo pagare per il mio gesto, non per gli errori del sistema“, ha spiegato, difendendo la propria versione dei fatti. Fonseca minimizza l’episodio e punta il dito contro l’eccesso di severità del sistema disciplinare francese. “Non c’è stata nessuna aggressione. Ho solo urlato in faccia all’arbitro, cose che succedono spesso nel calcio. Klopp stesso ha detto che a lui è capitato. La mia squalifica è stata sproporzionata“. Tra un mese esatto, il ritorno in panchina metterà fine a una lunga attesa e a una vicenda che, nel bene e nel male, ha già lasciato il segno.