Calcio

Lucio, l’incubo ustioni e il “secondo tempo” con l’Inter nel cuore

L’ex nerazzurro racconta la rinascita dopo l’incidente domestico
Lucio

Per l’ex Inter Lucio, 47 anni, colosso del Triplete nerazzurro e fugace comparsa alla Juventus, raccontarsi non è semplice. Solo quattro mesi fa l’ex centrale brasiliano ha rischiato infatti di perdere la vita a seguito di un terribile incidente domestico, quando un camino ecologico è esploso durante una cena tra amici. Ustioni sul 18% del corpo, ricovero in terapia intensiva e operazioni delicate: una prova durissima. “Sono qua a raccontarlo, Dio mi ha dato un secondo tempo della partita: ci vorrà tempo per superare lo shock, soprattutto nella testa”, ha confidato alla Gazzetta dello Sport.

Il peggio è passato

Lucio oggi guarda avanti con spirito da combattente, anche se il percorso non è concluso. Ci vorranno ancora alcuni mesi prima di poter tornare al 100%, però posso dire che il peggio è alle spalle. Il ricovero è stata la cosa più dura, un vero trauma”, ha raccontato, ricordando ogni dettaglio di quella sera di maggio. Il volto, le braccia e le gambe avvolte dalle fiamme, il salto in piscina per salvarsi, il dolore che non dava tregua nelle lunghe notti in ospedale. “Le ustioni sono un tipo di lesione molto difficile da affrontare, sia fisicamente che psicologicamente. Continuo ancora il trattamento sulla pelle, che è lungo, ma sto migliorando”. Un messaggio di resilienza e speranza, quello di un campione che dopo aver alzato la Champions adesso combatte la partita più importante.

L’amico Chivu

Lucio riassume tutto con una battuta che suona più che mai come un sospiro di sollievo: “Per fortuna adesso c’è… l’Inter”. E dal racconto emerge peraltro un filo doppio tra la sua personale rinascita e lo stato d’animo della squadra: “Partiamo anche qua dai traumi… Smaltire il finale della scorsa stagione è duro, ma tutto passa da lì. La voglia di rifarsi sarà decisiva, anche ripensando alla brutta sconfitta dell’anno scorso allo Stadium”. Dovrà pensarci il suo ex compagno e amico Cristian Chivu a guidare le speranze di rinascita nerazzurra: “Sembra che sia lì da sempre! Pensare che a 15 anni dal Triplete il fatto che uno di noi alleni la squadra è un orgoglio. Se penso a lui, mi torna in mente la nostra grande difesa, la nostra voglia di aiutarci che può essere ispirazione anche adesso. Penso alla notte col Barcellona: scherziamo ancora sul bus parcheggiato davanti alla porta, per caricarmi e spezzare la tensione Cristian mi ha detto che avremmo sgonfiato il pallone a Messi. E così è stato. Ora dovrà dimostrare sul campo capacità e competenza ma, da difensore, la sua nuova idea di pressing mi piace”.