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Bielsa dopo la sconfitta con gli USA: “Sono una persona tossica, peggioro chi mi circonda”

Il tecnico dell'Uruguay ha riportato una particolare riflessione dopo la brutta sconfitta contro gli USA in amichevole
Luis Suarez e Marcelo Bielsa
Luis Suarez e Marcelo Bielsa

Marcelo Bielsa resterà alla guida dell’Uruguay almeno fino ai Mondiali. Nonostante il pesante ko rimediato nell’ultima amichevole, il 70enne tecnico argentino non ha alcuna intenzione di lasciare il progetto. La sconfitta per 5-1 contro gli Stati Uniti di Mauricio Pochettino, suo ex allievo, ha scatenato un acceso dibattito in patria, ma non ha scalfito le sue convinzioni.

La sconfitta con gli USA

A Tampa la ‘Celeste’ ha vissuto una serata da dimenticare: match compromesso già nel primo tempo, con quattro reti statunitensi tra il 17’ e il 42’. Il gol di de Arrascaeta nel recupero è stata l’unica nota positiva.

Nella ripresa, l’espulsione di Bentancur al 64’ ha complicato ulteriormente le cose e l’Uruguay ha incassato anche la quinta rete, firmata dal neoentrato Tessmann, centrocampista del Lione con un passato al Venezia.

Le parole di Bielsa

Rientrato in Uruguay, Bielsa ha convocato subito una conferenza stampa per chiarire la propria posizione. “Ho la stessa determinazione del primo giorno di proseguire fino alla Coppa del Mondo. Non ho mai pensato di dimettermi, né ora né in passato”, ha dichiarato Bielsa. “Una sconfitta per 5-1 non si può ignorare: genera vergogna e domande, che prima analizzo personalmente e poi condivido con il resto dello staff”.

Il tecnico ha ribadito che il progetto andrà avanti senza modifiche fino ai Mondiali, come concordato con il presidente della Federcalcio. E non ha evitato l’autocritica: “Dire ‘mi assumo la responsabilità’ ha senso solo se spieghi davvero gli errori commessi. L’ho sempre fatto in modo sincero. Ciò che sbaglio lo riconosco”.

Infine, una riflessione sulla sua persona: “Dico sempre di essere tossico: la mia presenza peggiora chi mi circonda. Sono uno che vede solo l’errore, che pretende molto, che non è mai soddisfatto. È un karma, nasce dalla paura: le persone non amano vincere, hanno più paura di perdere di quanto apprezzino il successo”.