Italia, finisce l’era Spalletti: dalla Macedonia alla Norvegia, le partite da CT

Ventitré partite dopo, finisce l’era Luciano Spalletti alla guida della Nazionale. A darne notizia è stato lo stesso allenatore, intervenuto in conferenza stampa alla vigilia della gara di domani contro la Moldavia. Una gara che vedrà ancora Spalletti in panchina in una strana veste di traghettatore-esonerato. Il bilancio salirà così a ventiquattro gare, ma come è stata l’avventura del tecnico di Certaldo con l’Italia?
Dalla Macedonia all’Europeo
Il 9 settembre 20023, con il pari per 1-1 in Macedonia del Nord, iniziava l’era Spalletti con l’Italia. Un pari indolore nel percorso di qualificazione a Euro 2024, a cui la Nazionale è arrivata dopo altre cinque gare con il tecnico di Certaldo in panchina. Le vittorie interne contro Ucraina e Malta, poi il ko a Wembley contro l’Inghilterra e quindi la vittoria casalinga con la Macedonia prima del pari esterno con l’Ucraina. Sei gare complessive con il 4-3-3 come linea guida, prima dell’inizio delle sperimentazioni.
Nel 2024, infatti, la marcia di avvicinamento all’Europeo è stata segnata da quattro amichevoli che hanno portato tre vittorie (Venezuela, Ecuador, Bosnia) e un pareggio(Turchia). Il 3-4-2-1 è stato il modulo scelto da Spalletti nei successi, mentre in occasione della sfida con i turchi il tecnico ha optato per un 4-2-3-1. Questo è stato il modulo utilizzato anche nella gara d’esordio di Europa 2024, l’unica vinta dall’Italia grazie al 2-1 all’Albania. Le due sconfitte contro Spagna e Svizzera sono invece arrivate puntando sul 4-3-3, mentre il pari con la Croazia è stato ottenuto partendo da un 3-5-2. E proprio questo è stato il modulo che ha cateterizzato la seconda fase Spalletti in Azzurro.
Dalla delusione al tonfo
Quella uscita da Euro 2024 agli ottavi di finale contro la Svizzera era un’Italia ferita, che aveva la sensazione di aver buttato un intero anno di lavoro. E in effetti la sensazione è stata anche quella di Spalletti, considerando il cambio radicale. Dalla difesa a quattro che aveva caratterizzato la prima fase, il tecnico di Certaldo è passato a una difesa a tre, puntando con costanza sul 3-5-2 anche basandosi sul lavoro svolto nei club della colonna portante della Nazionale. L’immediato post Europeo, con il percorso in Nations League, aveva illuso: la vittoria con la Francia in trasferta, poi il doppio successo con Israele inframezzato dal pari col Belgio. Tutto faceva pensare a un’Italia ritrovata, tornata quasi al livello del big.
I primi scricchiolii si sono sentiti però nel finale della fase a gironi di Nations League. La striminzita e poco convincente vittoria in Belgio aveva dalla sua i risultati, la sconfitta in Francia ha invece riaperto le falle. A marzo la doppia sfida ai quarti di Nations League contro la Germania aveva invece palesato tutti i limiti dell’Italia: sconfitta interna contro all’andata e un pari in rimonta dopo un pesantissimo primo tempo al ritorno. Le falle sono diventate una voragine poi nella gara di Oslo contro la Norvegia: un 3-0 costato caro a Spalletti, che ora contro la Moldavia chiuderà la sua avventura alla guida della Nazionale.