Nazionali

Italia, lo spettro del terzo fallimento Mondiale e una Serie A ostile

L'Italia è condannata ai play-off e rischia la terza esclusione Mondiale. Gattuso denuncia la follia dei soli tre giorni di preparazione
Gennaro Gattuso, Italia
Gennaro Gattuso, Italia

L’Italia è sull’orlo del baratro, e questa volta la catastrofe non ci sorprenderebbe. Siamo ormai abituati alla paura, un sentimento che ha condannato Mancini e Ventura in epoche diverse, ma che oggi è amplificato dalla consapevolezza: la terza esclusione consecutiva dal Mondiale, dopo il 2018 e il 2022, è uno scenario più che plausibile.

Gattuso ha un solo, misero vantaggio sui suoi predecessori: sappiamo di cosa si tratta.

L’eredità di Spalletti e il caos Norvegia

La corsa al Mondiale non è neppure iniziata nel girone. I 90 minuti di Oslo ci hanno già condannato ai play-off. La Norvegia ci ha seminato all’esordio: Haaland è scappato con 9 punti e una differenza reti di +10. Dietro questa disfatta c’è il caos del calendario sfalsato per la Nations League e l’ombra di Gravina che, la sera stessa del 6 giugno, esonerò Spalletti per “relazioni complicate nello spogliatoio”.

Rino Gattuso ha riacceso il motore, riportato entusiasmo e vinto cinque partite su cinque (non scontato). Ma la verità la dirà solo la Norvegia domani a San Siro. Il CT non trova comprensione nemmeno quando sperimenta, cambiando undici giocatori: “Se non in Moldavia, quando?”

Il veto del campionato e la follia tattica

Il vero ostacolo è il sistema Italia. Ci restano quattro mesi d’attesa e una sola partita di preparazione per acciuffare il Mondiale. Gattuso ha lanciato un disperato appello da Chisinau: “Abbiamo un’impresa da fare. Tutti insieme, con ogni energia. È un momento delicato per il calcio italiano. Bisogna restare uniti.”

Ma la realtà lo strangola. Sembra impossibile spostare la 30ª giornata di Serie A. Fiorentina-Inter domenica 22 marzo: Kean, Barella, Bastoni e Frattesi in campo, tutti potenziali titolari nei play-off. Se uno si fa male? Gattuso si ritroverebbe nelle stesse, folli condizioni di Mancini nel 2022: solo tre giorni di preparazione. Lunedì riposo obbligato, martedì un allenamento, mercoledì rifinitura, giovedì 26 la semifinale. Una follia totale.

Il dramma dell’abbondanza inesistente

Gattuso è costretto a sospirare: “Speriamo di andarci in finale, avremo due partite in cinque giorni”. Per questo servirebbe allargare il gruppo, ma i titolari su cui contare sono tredici-quattordici, non di più.

Il vero trauma è la mancanza di alternative: ci mancano 60 giocatori di livello tra cui scegliere come Francia e Spagna. Si è visto in Moldavia: un centravanti in forma ci avrebbe permesso di chiudere il primo tempo con due gol di vantaggio.

Il ko di Kean ha rimesso in discussione l’attacco che sembrava godere di “inattesa abbondanza”. Retegui gioca in Saudi League. Pio Esposito è una riserva dell’Inter. Raspadori nell’Atletico Madrid guarda Sorloth. Per risolvere i problemi, è dovuto rientrare Politano, 32 anni, escluso da Mancio nel 2021. Di cosa stiamo parlando? Del 67% di stranieri in Serie A, un dato su cui tutti hanno smesso di discutere e che, anzi, è persino peggiorato.