Mondiale a 48 squadre, il “tradimento” della FIFA all’Europa
Maggio 1988: l’URSS è ancora intera, la Jugoslavia non è esplosa e David Hasselhoff non ha ancora inciso il suo inno “Looking for Freedom”. A Italia ’90, un torneo a 24 squadre, l’Europa si prendeva la fetta del leone: il 42% delle Nazionali del Vecchio Continente si qualificava, garantendo 14 squadre su 24.
Oggi, autunno 2025: in un Mondiale a 48 squadre, l’Europa manderà 16 Nazionali, ma la percentuale scende al 29% delle federazioni totali (16 su 55). Il problema non è pratico; è politico. Ed è la verità scomoda del calcio moderno.
La deriva politica: voti contano più del merito
Quello che è accaduto negli ultimi 35-40 anni è un tradimento del merito sportivo per pura strategia elettorale.
Sotto Havelange, la FIFA ha gonfiato la rappresentanza del Sud America. Nell’era Blatter, l’attenzione si è spostata su Africa e Asia, le confederazioni emergenti. Il motivo è semplice e cinico: il voto delle Samoa Americane, affiliata nel 2007, vale esattamente quanto quello di Brasile, Italia o Germania. Infantino ha continuato la stessa linea politica, sposando cause come il Mondiale “chilometri zero” del Qatar e ora il torneo che copre mezzo emisfero con Trump.
L’Europa è stata deliberatamente tradita. La geografia calcistica del Continente è stata ridisegnata dalla storia: la frammentazione di URSS e Jugoslavia ha generato non solo più Nazionali, ma anche concorrenti di altissimo livello (Croazia 11ª, Ucraina 27ª, Serbia 26ª). Tuttavia, la UEFA ha guadagnato solo tre slot aggiuntivi, salendo a 16.
L’assurdità dei numeri
L’allargamento a 48 squadre non ha sanato lo squilibrio, ha solo generato un “contentino” diluendo la qualità:
- CONMEBOL (Sud America) ha già qualificato 6 squadre su 10 (il 60%) e potrebbe arrivare al 70% con la Bolivia agli spareggi.
- CONCACAF (Nord e Centro America) si è vista “bruciare” due slot per i tre Paesi organizzatori, ma arriva a 6 squadre garantite su 35 federazioni, più una potenziale settima agli spareggi. Una vera mancia.
- Asia e Africa raddoppiano le loro quote, salendo rispettivamente a 8 e 9 posti.
- Oceania ottiene per la prima volta un posto garantito, sacrificando il merito.
La realtà è che l’allargamento garantisce un posto a squadre con un livello medio molto basso, mentre tanti top player europei, protagonisti nelle Big 5 e in Champions League, resteranno a casa. L’unica consolazione è che, forse, vedremo la Bolivia.