Quando il Milan alzò la sua ultima Coppa Italia: chi c’era in rossonero nel 2003?

Era il 2003 quando il Milan alzava al cielo la sua quinta – e finora ultima – Coppa Italia. Una vittoria che oggi ha il sapore della nostalgia, un ricordo che profuma di un calcio che non c’è più, fatto di andata e ritorno anche in finale, di notti romane e fuoriclasse intramontabili.
La finale con la Roma
Quell’edizione vide i rossoneri imporsi su una Roma agguerrita ma travolta all’Olimpico nel match d’andata: un perentorio 1-4 con una doppietta devastante di Serginho e i sigilli di Ambrosini e Shevchenko, mentre per i giallorossi l’unico squillo fu quello di Francesco Totti. Al ritorno, a San Siro, fu 2-2: ancora Totti a tenere viva l’illusione romanista, ma a spegnerla pensarono Rivaldo e Pippo Inzaghi, firmando i gol della tranquillità e completando il trionfo.
Una rosa d’altri tempi
Quella rosa, guidata con equilibrio e intelligenza da Carlo Ancelotti, era un concentrato di classe, personalità ed esperienza. In porta c’erano Christian Abbiati e Valerio Fiori, ma nel corso della stagione sarebbe emerso Dida, destinato a diventare uno dei simboli del Milan europeo. In difesa brillava la classe infinita di Paolo Maldini, capitano e bandiera, affiancato dalla freschezza e dal tempismo perfetto di Alessandro Nesta, grande colpo del mercato estivo. Accanto a loro, l’esperienza di Billy Costacurta e la solidità di Kaladze offrivano garanzie, mentre Roque Júnior e Dario Simic completavano un reparto affidabile e profondo.
A centrocampo, il talento si sprecava: Andrea Pirlo iniziava a reinventarsi regista davanti alla difesa, con al fianco l’inesauribile di Gattuso e l’intelligenza di Ambrosini. C’erano anche Clarence Seedorf, arrivato quell’anno dall’Inter, e Rui Costa, che dava ordine e visione tra le linee. In rosa anche Brocchi, prezioso uomo ovunque, e Redondo, fuoriclasse sfortunato ma ancora capace di accendere il pubblico con qualche lampo.
In attacco, il Milan poteva contare su un arsenale da sogno. C’erano Shevchenko e Inzaghi, coppia devastante per qualsiasi difesa, il brasiliano Rivaldo, arrivato dal Barcellona, e il danese Jon Dahl Tomasson, sempre pronto a colpire. A loro si aggiungeva Serginho, esterno offensivo imprendibile e jolly tattico capace di fare la differenza, come dimostrò proprio in quella finale con la Roma.