Non solo Rowe e Rabiot: tutte le rivalità nel mondo del calcio

C’è una sfida nella sfida nella gara tra Milan e Bologna. Da un lato della barricata, con i rossoneri, ci sarà Adrien Rabiot. Dall’altro, con i rossoblu, Jonathan Rowe. Due calciatori che fino a poche settimane fa condividevano lo spogliatoio del Marsiglia e che, proprio a seguito di «una rissa da pub», per dirla con le parole di De Zerbi, sono stati ceduti e mandati altrove. Al netto del curioso scherzo del destino, però, quella tra i due calciatori non è certo l’unica storia di scontri nel mondo del calcio. Ecco, allora, i più celebri.
Simeone-Ronaldo
Nastro da riavvolgere fino al 2019 in questo caso. Ottavi di Champions League, la Juventus perde da favorita in casa dell’Atletico Madrid per 2-0. Il tecnico dei Colchoneros Simeone fa durante la gara il gesto degli attributi. Indagini e scuse sono vane per Cristiano Ronaldo: il portoghese al ritorno trascina i bianconeri al successo per 3-0 e risponde con lo stesso gesto a Simeone, festeggiando vittoria e passaggio del turno. Zero scontri, tanta tensione e una pagina indelebile di calcio, almeno pensando alla gara di ritorno.
Suarez-Evra
Correva l’anno 2011, Liverpool e Manchester United si affrontano in campo. Patrice Evra, giocatore dei Red Devils, accusa Luis Suarez di insulti razzisti. Ne nasce un’indagine che porta a otto tuoi di squalifica e a una multa da 40mia sterline. Quando si ritrovano in campo, l’anno successivo, Suarez rifiuta di stringere la mano a Evra: «Non ho mai accettato quella squalifica, fu sconvolgente essere condannato senza prove» fu la giustificazione.
Ibrahimovic-Materazzi
Il nastro va in questo caso riavvolto fino al 2006, quando durante una gara tra Juventus e Inter il centrale nerazzurro Marco Materazzi entrò duro su Ibrahimovic, costringendo lo svedese a uscire. Quattro anni più tardi la vendetta, durante un derby di Milano. A raccontare la storia fu poi nella sua autobiografia proprio l’attaccante: «Nel secondo tempo Matrix mi carica e gli faccio una mossa di Taekwondo. L’ho mandato in ospedale. Stankovic mi dice: “Perché lo hai fatto, Ibra?”. E io gli rispondo: “Ho aspettato questo momento per quattro anni. Ecco perché”».
Haaland-Keane
Il primo posto di questa poco edificante classifica non può non andare però a quanto accaduto tra 1997 e 2001 tra Alf-Inge Haaland, papà di Erling, e Roy Keane. La storia inizia con il primo che invita il secondo a rialzarsi dopo una caduta. Il problema, però, è che l’ex United non stava simulando ma si era invece rotto il crociato anteriore. Da qui la vendetta: quattro anni più tardi i due si ritrovano in campo, Keane ignora Haaland nel tunnel ma poi in campo con un’entrata estrema gli spacca il ginocchio. Più tardi disse di non avere rimpianti: Haaland finì lì la carriera nel calcio, Keane pagò con una reputazione rovinata per sempre.