Serie A

Balotelli e Vieira, svelato il segreto: ecco cosa è successo a Nizza

Balotelli ha raccontato della sua discussione a Nizza con Vieira e del loro rapporto al Genoa, prima di far chiarezza sul futuro
Mario Balotelli
Mario Balotelli

Mario Balotelli quest’anno aveva scelto il Genoa per iniziare una nuova avventura in Serie A e rilanciarsi a livello nazionale. Una decisione presa su invito di Alberto Gilardino tecnico che lo ha contattato in prima persona per portarlo al Grifone, poco prima del suo esonero e dell’arrivo sulla panchina del club di Patrick Vieira, stesso tecnico con il quale ‘Super Mario’ aveva pesantemente legato nella parentesi al Nizza. Motivo per cui la stagione di Balotelli si è rivelata travagliata, con l’attaccante che ha visto il campo solo di rado e che ora sarebbe pronto al trasferimento in un nuovo club. In attesa dell’offerta giusta, nella speranza che arrivi dall’Italia, Balotelli ha confessato che gli piacerebbe vestire la maglia del Palermo, svelando sul canale YouTube di Sandro Sabatini anche un retroscena di mercato.

Balotelli tra passato e futuro

«Con Allegri al Milan mi ero trovato benissimo, ancora mi faceva giocare attaccante (ride, ndr)! Poi gli altri mi mettevano più dietro. Contatti con il Torino? Ci sono stati, ma mi sembrava più interessato il Genoa in quel momento e sono andato lì. Potevo anche aspettare il Torino, era una cosa nata con Cairo ma a rilento. Per il Genoa ero in contatto diretto con Gilardino, sapendo che mi voleva sono andato lì. Riaprire i dialoghi con il Torino? Perché no?. Mi piacerebbe anche giocare per il Palermo. Sono stato lì di recente, ci sto sempre bene».

I problemi tra Balotelli e Vieira

Balotelli ha poi parlato del suo rapporto con Patrick Vieira e dei numerosi retroscena con il tecnico: «Il mio ruolo nel Genoa era la sua scusa (di Vieira, ndr) è stata che secondo lui, a lungo andare, non avrei accettato di non giocare o di farlo poco. Questa è stata la scusa. Il subentro a Napoli? Il problema è stato che per poco non facevo gol, sarebbe stato un problema. La settimana seguente mi sono allenato, poi a Lecce mi ha fatto scaldare tutto il secondo tempo senza mettermi. Ho parlato col direttore (Ottolini, ndr) e ho detto che accettavo di non giocare o di farlo poco, in certe partite, ma se a Lecce mi fai scaldare tutto il secondo tempo senza poi mettermi, non è una scelta giusta per la squadra. Se pensi che in dieci minuti non possa segnare col Lecce, il problema è solo che ti sto sui coglioni. E basta. Posso essere d’accordo di non correre per 90 minuti come faceva il Genoa, ma a Lecce non mi fai entrare e non c’entra l’affidabilità. Ti sto sul cazzo. Ottolini mi ha detto che avrebbero parlato di nuovo col mister, ma poco tempo dopo mi dissero che non ne voleva sapere. E lì ho scritto un messaggio a Vieira, che avrei voluto pubblicare ma non volevo essere stronzo anche io. Gli ho fatto capire che preferivo vederlo metterci la faccia, dicendo che non mi avrebbe fatto giocare. Non ho mai avuto una risposta: da lì piano piano sono finito a parte. Così ho fatto gli ultimi mesi. Gli ultimi due mi hanno tolto persino il preparatore, arrivavo al campo ed ero indipendente».

La discussione con Vieira a Nizza

Ancora in merito a Vieira, Balotelli ha raccontato anche i retroscena della loro lite a Nizza: «Problemi così non ne avevo mai avuti. Solo conversazioni civili, scambi di opinione. A Nizza aveva fatto la stessa cosa, giocavo sempre, sì, ma mi tirava fuori. Lui è arrivato lì e ha voluto cambiare tutti, ma venivamo da due ottimi campionati, giocando pure in Europa. Eravamo forti. Lui ha cambiato e le cose sono andate male. All’inizio ci avevo parlato, dicendogli che eravamo abituati a giocare con un certo modulo, ma non era d’accordo e gli dicevo che mi sarei impegnato a fare cosa voleva lui. Però giocavamo male. Poi ha iniziato a tirarmi fuori, sono andato dal presidente a dirgli che se lo sapevo prima, me ne sarei andato, e che avrei aspettato dicembre. Il presidente non voleva, alla fine ha ceduto: mi hanno messo fuori squadra e sono andato a Marsiglia. Prima di andare in Turchia, poi mi ha richiamato il presidente dicendomi che se tornasse indietro, non sarei stato io ad andarmene via. Il bello è che alla prima col Marsiglia ho segnato al Nizza: com’ero felice… Ma non per Nizza, per lui».