Ciro il Grande sotto le Due Torri: Immobile trascina il Bologna in finale di Supercoppa
Erano circa le 22:00 di un giovedì che Bologna non dimenticherà facilmente quando un urlo solo, potente e liberatorio, ha squarciato il cielo sopra l’Emilia: «Ciro! Ciro!». Non è solo il nome di un bomber, è il richiamo di una città intera che ha eletto il suo nuovo sovrano dopo cento giorni di trepidante attesa. Con la freddezza dei grandi, Ciro Immobile ha messo la firma sulla notte più importante della storia recente rossoblù, trasformando il rigore decisivo che proietta il Bologna verso la sua prima, storica finale di Supercoppa Italiana.
Il ritorno del Re: un regalo sotto l’albero
Per l’attaccante da 201 reti in Serie A, il debutto con la maglia del Bologna era stato un incubo a occhi aperti: un infortunio alla prima giornata, proprio in quell’Olimpico che era stata casa sua, lo aveva costretto a un esilio forzato durato tre mesi. Un calvario fatto di sofferenza e lavoro silenzioso, interrotto bruscamente da quel pallone pesantissimo piazzato sul dischetto. “Dopo mesi di sofferenza ci voleva,” ha dichiarato un Immobile visibilmente commosso a fine gara. “Sono felice di far parte di questa famiglia; il gruppo quasi se lo sentiva che avrei segnato io.”
La mossa di Italiano: scommessa vinta
Vincenzo Italiano ha giocato d’azzardo e ha vinto. In una sfida che ricordava sinistramente il blocco contro il Parma in Coppa Italia, il tecnico ha scelto di affidarsi all’esperienza del suo numero 17, nonostante il ritmo partita fosse ancora lontano dall’ideale. Ciro ha risposto con la gerarchia del campione, gestendo la pressione di una “lotteria” finale che ha fatto battere il cuore a migliaia di tifosi. Un ingresso che ha cambiato l’inerzia psicologica del match, regalando al Bologna il pass per l’ultimo atto del torneo.
Verso Napoli: il sogno della “Terza”
Il destino, si sa, ha spesso il senso dell’umorismo. Lunedì sera, nella finalissima, Immobile si troverà di fronte il Napoli, la squadra della sua terra, le sue radici. In palio c’è un trofeo che Ciro conosce bene, avendolo già alzato due volte con la Lazio (nel 2017 e nel 2019). Sotto le Due Torri il proverbio è già diventato un mantra: “Non c’è due senza tre”.
Il Bologna si prepara a indossare il vestito buono per la notte più prestigiosa, consapevole di aver ritrovato non solo un centravanti, ma un leader capace di cancellare mesi di amarezze con un solo tocco. Se il campionato “vero” di Immobile comincia adesso, per i tifosi del Bologna il 2026 non poteva presentarsi con un biglietto da visita migliore.