Fiorentina, Pioli è il prescelto? Sì, ma ma c’è un problema…

La Fiorentina non ha ancora scelto il suo nuovo allenatore. Le dimissioni di Raffaele Palladino hanno spiazzato la dirigenza della Viola, oggi persa nel marasma di nomi e incapace di individuare un suo sostituto dopo aver visto sfumare alcuni obiettivi. Il nome di Maurizio Sarri è stata un’idea sfumata con il suo ritorno alla Lazio, Igor Tudor è rimasto alla Juve, così come Baroni ha dato priorità al Torino che si era mosso con largo anticipo e maggiore convinzione. Nella lista restano in piedi solo alcuni profili come quello di Daniele De Rossi, tanto caro a Pradè, ma anche quello di Francesco Farioli, reduce dall’esperienza all’Ajax, e soprattutto di Stefano Pioli. L’ormai ex allenatore dell’Al Nassr – la sua esperienza con Ronaldo e compagni non si è conclusa nel migliore dei modi – sarebbe molto propenso a un terzo ritorno a Firenze, dopo aver già indossato quella maglia da calciatore tra il 1989 e il 1995 e averla anche allenata dal 2017 al 2019.
Il problema della tassazione: Pioli arriva a luglio?
Oggi il profilo di Stefano Pioli sembrerebbe essere quello che mette tutti d’accordo per il post Palladino. L’allenatore originario di Parma gode di un’ottima stima tra i tifosi e si è lasciato molto bene con la piazza fiorentina. Su queste basi sarebbe arrivato nelle scorse ore la disponibilità alla dirigenza di tornare ad allenare la Fiorentina, ma per farlo andranno risolti prima alcuni dettagli. Pioli, infatti, è ancora legato all’Al Nassr da un contratto in scadenza nel 2027 e all’Arabia Saudita dalla legge fiscale sui rientri dei lavoratori italiani dall’estero. Andando via a luglio il tecnico potrebbe beneficiare del 2% di imposte sullo stipendio. Una necessità scaturita dal fatto che, qualora dovesse tornare in Italia anticipatamente, graverebbero delle ripercussioni che renderebbero decisamente più elevata la tassazione.
I dettagli del contratto di Pioli
Il problema relativo alle tasse dello stipendio resta, però, un limite fisico e di presenza, che non gli permetterebbe di lavorare già con la Fiorentina, seppur a distanza, magari per mezzo di video-call o telefonate, iniziando a programmare la squadra del futuro. Prima sarà necessario, però, accordarsi sulle cifre. Sul piatto di Pioli la dirigenza avrebbe messo un contratto biennale da circa 3 milioni di euro all’anno più bonus. Una cifra che nulla ha a che vedere con quella percepita in Arabia, ma decisamente importante per la media della Serie A e che Pioli non dovrebbe aver problemi ad accettare e a firmare.