Ibrahimovic e gli anni alla Juve: “È stato fantastico”. Su Capello: “Una leggenda”

“Il 70% della mia carriera si è svolta qui in Italia e ho giocato nei tre club principali e sono ancora oggi al Milan: l’Italia è la mia seconda casa”. Così, in occasione della riunione dell’Eca a Roma, l’attuale dirigente rossonero Zlatan Ibrahimovic, che in Serie A ha vestito anche le maglie di Juventus e Inter, ha ricordato proprio i due anni in bianconero, tra il 2004 e il 2006, un binomio vincente ‘spazzato via’ soltanto da Calciopoli: “Quando sono arrivato qui la Serie A era il campionato più importante del mondo. Ero giovane e non avevo tanto rispetto verso gli altri, volevo impormi. Alla Juventus è stato fantastico, arrivavo dall’Ajax e ho visto giocatori come Buffon e Cannavaro. Tutte grandi stelle, la settimana prima giocavo alla Playstation con quei giocatori, poi me li sono trovati negli spogliatoi. Non ero emozionato e volevo dimostrare perché mi avevano scelto”.
Ibrahimovic elogia Capello
“Capello? È una leggenda del calcio. Quando ho visto il mio nome sul giornale ho pensato che le cose stessero diventando serie. Ho incontrato Capello e gli ho detto ‘buongiorno’ poi lui ha messo via il giornale ed è uscito senza salutarmi. L’ha fatto per insegnarmi a chiedere rispetto. Che cosa mi piaceva di lui? Il rispetto del gruppo che lui aveva. C’era una squadra di campioni, ma lui era esigente con tutti e aveva una grande disciplina. Ti faceva salire sulle stelle e poi ti rimandava alle stalle. In quel modo mi aiutava a tirare fuori il meglio da me stesso. Da un essere normale sono diventato un animale da area di rigore”, ha concluso Zlatan Ibrahimovic.