Serie A

Inter, Chivu: “Mi piace la responsabilità. Voglio incidere con…”

Cristian Chivu, intervenuto in conferenza stampa, ha presentato la nuova stagione e le ambizioni della sua Inter
Cristian Chivu, Inter
Cristian Chivu, Inter

I primi test atletici si sono conclusi. La stagione dell’Inter è iniziata e con questa una nuova avventura per Cristian Chivu che, dopo aver già affrontato il Mondiale per Club, ora è pronto a guidare i nerazzurri anche in campionato. Tra il mercato in corso e la frenesia dell’esordio in Serie A, il tecnico rumeno sta lavorando per farsi trovare pronto in vista dell’esordio del 25 agosto contro il Torino. Un appuntamento che darà il via a una nuova corsa Scudetto, dalla quale l’Inter non può esimersi per blasone, storia e livello della rosa. Per presentare il lavoro svolto e la nuova stagione, Cristian Chivu è intervenuto in conferenza stampa da Appiano Gentile.

Chivu sulla ripartenza

«Si riparte con lo spirito giusto per rimanere una squadra competitiva. Le aspettative come sempre sono alte, di mantenere lealtà e passione per arrivare al raggiungimento degli obiettivi. Credo che la testimonianza di quello che il gruppo ha fatto negli anni sia il risultato di quanto ottenuto in questo periodo. Una squadra vincente, o che arriva a lottare per vincere titoli, che arriva a fare due finali di Champions League e una di Europa League, testimonia un gruppo solido e consapevole di quello che ha o che può dare. Noi non vogliamo guardare indietro e non vogliamo nessuna rivincita. Guardiamo al presente e pensiamo a quello che vogliamo costruire per il futuro. Abbiamo ereditato una situazione costruita da questa società che è sempre rimasta ai vertici. Faremo del nostro meglio e daremo sempre il massimo per raggiungere gli obiettivi. A parole ovviamente è semplice e con i fatti è più difficile, ma la società ha dimostrato che è unita e che vuole incidere e rimanere ai vertici in Italia, in Europa e nel mondo».

Il gruppo

«Questo è un gruppo maturo con una certa esperienza e che sa gestire determinati momenti. Sappiamo accettare anche le critiche e gestire situazioni non comode a livello mentale. Le aspettative su questa squadra erano altissime a maggio, purtroppo le cose non sono andate come tutti si aspettavano e volevano. A livello mentale qualcosa rimane, c’è tanta amarezza e c’è stata tanta voglia di ottenere qualcosa di importante. Il bello del calcio però è che arriva sempre la partita o la stagione successiva e si riparte sempre. Però bisogna accettare ciò che si dice in giro e questo può essere fonte di motivazione per il futuro e per avere più ambizione e lavorare di di più. In America mi è piaciuta la voglia di dare il massimo e ottenere risultati importanti nonostante le poche energie. Questa società ci fa capire che le aspettative sono sempre alte. La squadra ha sempre cercato di fare il meglio possibile, nonostante le tre settimane chiusi in un albergo e i cambiamenti climatici subiti in quel periodo. Ho visto sempre un gruppo desideroso e voglioso di far bene, di dare il massimo di quello che loro avevano in quel momento »

La responsabilità

«Mi sta piacendo la responsabilità che mi è stata data. Io le responsabilità le ho sempre prese e accettate per arrivare anche ai miei obiettivi personali. Questa è anche una bella sfida, tornare nella società che mi ha dato tanto. Non si tratta solo di questo, ma anche di un club che è ai vertici. E’ importante. Io farò del mio meglio per essere all’altezza, per dare qualcosa o per far tornare qualcosa indietro alla società che mi ha dato molto in questi ultimi 18 anni con qualche pausa. Queste sono le mie ambizioni: l’Inter è sempre nel mio cuore e voglio dare anche io qualcosa di importante»

Tattica

«Il centrocampo è numeroso e abbiamo giocatori, molto bravi e forti. Bisogna poi vedere strada facendo. La mia idea è che in alcune partite saranno in tre, in altre saranno in due. Poi sceglieremo in base al lavoro della settimana e anche in base all’avversario. Riguardo a Calhanoglu sono contento che abbia lavorato molto, che sia tornato sano. Ha tanta voglia di rifarsi. In America era amareggiato e deluso per non aver potuto aiutare la squadra, ci ha provato. Era molto dispiaciuto in quella situazione me si è fatto male e le aspettative sue e nostre erano di averlo per la seconda partita. Ha lavorato sodo, tanto in queste tre settimane e l’ho visto anche oggi molto bene. Modulo? Io non ho mai detto che giocherò con tre punte. La base è il 3-5-2, ma l’occupazione del campo è sempre in base a quello che l’avversario può anche concedere quindi può diventare 3-2-5, 4-2-4 o 4-4-2. Dipende anche dalla dinamica della partita. Bisogna accettare i duelli e cercare di vincerli: vincendo i duelli si vincono anche le partite. Ci concentriamo su quello, cercando di dare un’identità di squadra fin da subito. Cercheremo di allenare più moduli per cambiare di partita in partita e a partita in corso».

Come può incidere Chivu?

«Spero di incidere con il buonsenso, con la cattiveria, con le incazzature e con il sorriso. Parlo ovviamente anche del mio staff. Cercherò di capire i giocatori, di parlare con loro, perché spesso ci dimentichiamo che abbiamo a che fare con persone e hanno le loro fragilità. Bisogna anche cercare di comprendere le loro difficoltà e sistemarle. Credo molto nella comunicazione e in quello che una persona può dare a un’altra. Per questo ho fatto sette anni di settore giovanile anche perché non mi sentivo pronto. Poi ho avuto la possibilità di lavorare con ragazzi a Parma e adesso ho a che fare con ragazzi con cui ho anche lavorato in passato. Mi fa piacere aver trovato grandi campioni, perché questa squadra e questi giocatori li ho sempre stimati e ammirati».