Inter, Marotta: “Chivu un grande allenatore. Giudizi negativi? Superficiali”

Giornata speciale per il presidente dell’Inter Beppe Marotta che, nella giornata odierna, ha ricevuto la laurea honoris causa in Marketing e Mercati Globali all’università degli studi Milano Bicocca.
A margine della cerimonia Marotta ha rilasciato dichiarazioni i importanti sull’Inter e non solo: “L’Inter, come ogni grande club, deve partecipare per competere al massimo. Non bisogna essere arroganti, ma ambiziosi. Nello sport non c’è nulla di male a porsi obiettivi alti. Se ci saranno squadre più forti, bisognerà riconoscerlo, ma noi oggi partiamo per cercare di raggiungere traguardi importanti: in primis la qualificazione alla prossima Champions, fondamentale per la vita e la sostenibilità del club, e poi la conquista di qualcosa di ancora più prestigioso, ovvero lo scudetto”.
Marotta: “Soddisfatti di Chivu, ce lo teniamo strettissimo”
Parole al miele anche per il tecnico Chivu che avrà il compito di raccogliere la pesante eredità di Inzaghi: “Oggi abbiamo un grande allenatore e ce lo teniamo strettissimo. Non è un ragazzino, ha 44 anni, incarna il senso di appartenenza interista. È stato sei anni nelle nostre giovanili ed è molto preparato professionalmente. I giudizi negativi che ho sentito da chi non lo conosce sono superficiali e non corrispondono alla verità”.
Fiducia al 100% quindi: “Non ci sarebbe il minimo motivo per un cambio in corsa, anzi siamo tutti molto soddisfatti di lui. Non è neanche questione di pazienza, perché non si può valutare un allenatore dopo un mese e mezzo, ma noi possiamo vederlo nella quotidianità: ha un metodo moderno, grandi capacità, valorizza tutti i giocatori, è dotato di una grande cultura del lavoro e migliora ogni giorno. Sono assolutamente ottimista anche perché l’intelligenza è la sua principale caratteristica e questo porta sempre all’eccellenza”.
Marotta: “Stadio? Una sconfitta andare via da Milano”
Infine sulla questione stadio: “Né ottimismo né preoccupazione, in questo momento c’è un sano realismo. Milano rischia di non avere uno stadio moderno per le due squadre che rappresentano eccellenze e patrimonio della città. Sarebbe una sconfitta per tutti andare via dalla città. Io sono cittadino milanese e sarei dispiaciuto: non lo dico con polemica, ma Milano deve avere il suo stadio perché questo San Siro oggi non risponde più alle esigenze regolamentari, di accoglienza e di modernità. Se poi il Comune dovesse dire no, è evidente che ci guarderemo attorno. Ma sarebbe un dolore”.