Serie A

Inter, Sucic: “Un gruppo stupendo. Questi compagni…”

Petar Sucic ha raccontato il suo impatto con l'ambiente interista e con i suoi nuovi compagni di spogliatoio
Petar Sucic, Inter
Petar Sucic, Inter

Il Mondiale per Club continuerà questa sera per l’Inter di Cristian Chivu che contro la Fluminense proverà a strappare il pass per i quarti di finale della competizione. I nerazzurri si sono posti come obiettivo quello di arrivare fino in fondo, approfittando di quest’occasione per provare qualcosa di nuovo dal punto di vista tattico e tecnico, sperimentando i giovani tornati dai prestiti come gli Esposito, ma anche i nuovi arrivi come Luis Henrique e il giovane centrocampista Petar Sucic. Proprio quest’ultimo, intervenendo ai taccuini di Repubblica, si è raccontato al popolo interista al quale si era promesso già qualche mese prima dell’ufficialità, quando stava terminando la stagione con la Dinamo Zagabria, e al quale spera di poter regalare enormi soddisfazioni, come quella che si è levato lui servendo il suo primo assist contro il River Plate per la rete di Pio Esposito.

Sucic sull’Inter

«Questo è un gruppo stupendo. Quando sei nuovo, temi che qualcuno possa guardarti con sospetto, invece mi hanno accolto benissimo. Il mio assist a Pio Esposito? Ho riguardato l’azione sul telefono. Potevo girarmi, ho saltato un avversario, ho trovato spazio. Pio ha fatto il resto. Prima di venire ho parlato con i compagni di nazionale: Kovacic, Brozovic, Perisic. Mi hanno detto di fare le valigie. Mi danno dritte sulla vita a Milano, ma non ho ancora una casa, siamo partiti subito. Appena ho firmato, ho ricevuto un bel messaggio di Lautaro. Chivu ci ha motivati, ha ragione a dire che nei momenti complicati bisogna ‘mangiare la m….’. Quando le cose vanno male, bisogna lottare. La Fluminense? Conosciamo il nostro valore. Si parte alla pari. Si tratta di mettercela tutta per un’ora e mezza».

Sucic e la scelta della Croazia

«Ho fatto le giovanili con la Bosnia, ma noi siamo croati. Più di tutti ci teneva mia nonna. Mi ha dato molto. Pagava la scuola calcio, ho cominciato grazie a lei. Ho quattro fratelli, di soldi non ce n’erano molti. I miei vivono ancora in una fattoria fuori paese. Li ho aiutati a renderla migliore. Ci vive anche mia nonna. Dopo una vita di fatica, si riposa e si diverte. Io so fare tutto: il latte, il formaggio, le salsicce. Quando sono a casa, do una mano a mio papà e a mio fratello».