Serie A

Juve, Comolli: “Tudor resta! Il nostro obiettivo sarà…”

La conferenza stampa di presentazione di Damien Comolli, nuovo direttore generale della Juve
Damien Comolli, Juve
Damien Comolli, Juve

La Juve dovrà aprire una nuova era. Salutati Thiago Motta e Cristiano Giuntoli, seppur in tempi diversi, ora la Vecchia Signora sarà chiamata ad avviare un nuovo ciclo che vedrà sulla panchina la permanenza di Igor Tudor, anche oltre il Mondiale per Club, e in società l’ingresso di Damien Comolli nel ruolo di direttore generale. Proprio il dirigente francese, in questa mattinata si è presentato in conferenza stampa ai giornalisti e al pubblico bianconero, confermando il tecnico croato sulla panchina della Juventus anche per la prossima stagione ed evidenziandone le qualità tattiche che lo rendono pronto per questo ruolo inatteso. Comolli ha parlato anche di altri temi come il ruolo di Giorgio Chiellini in società, l’arrivo di nuove figure dirigenziali, il lavoro fatto con la Juve femminile, il futuro di alcuni singoli, il mercato e il suo metodo di lavoro.

Comolli e la conferma di Tudor

«Vorrei aprire con una serie di argomenti: Tudor sarà il nostro allenatore per la prossima stagione, non solo per il Mondiale per Club. L’ho già chiarito a lui in diverse occasioni, siamo un grandissimo club, ci sono tantissime speculazioni ma voglio ribadirlo chiaramente. Se mi ha convinto il suo lavoro al Marsiglia? Sfortunatamente quell’anno ci hanno battuto entrambe le volte. Ne abbiamo anche parlato di questa cosa al telefono: l’intensità che la sua squadra ha messo quel giorno non è facile trovarla in Francia. Sono consapevole che ha fatto un lavoro eccezionale al Marsiglia, meritava di stare lì a lungo ma poi ha preso una decisione rispettabile. Quella resilienza e quell’impegno messo in mostra in quella stagione fu impressionante»

Chiellini e le nuove figure dirigenziali: il punto di Comolli

«Il ruolo di Chiellini sarà quello di Director of Football Strategies. Abbiamo parlato chiaramente di quello che sarà il suo ruolo, non solo sul campo ma anche Direttore Tecnico per certi versi, vuol dire che lavoreremo a stretto contatto. Anche l’aspetto commerciale è molto importante. Sarà Giorgio a rappresentare la Juve per quanto riguarda la lega e la federazione, ci sono diversi aspetti su cui stiamo lavorando insieme. Ha cominciato a considerare le attività dell’accademia al quale sono particolarmente appassionato, quindi passeremo da un ambito all’altro. Finora abbiamo collaborato molto bene insieme e sono certo che continueremo a farlo in futuro. Ci occuperemo di tutti i temi. Abbiamo creato questo Football Strategies Committe dove ci occuperemo di tutti i temi e lui ne farà parte. Se la domanda è se si occuperà anche di allenamento e di mercato, no».

Sulle nuove figure dirigenziali, invece, Comolli ha detto: «Vorrei assumere due tipi di persone: un Direttore Sportivo che si occuperà del calciomercato e farà parte anche lui del comitato, con un occhio all’accademia e riporterà direttamente a me. Poi avremo un Direttore Tecnico che riporterà sempre a me e si occuperà della parte analitica, medica, tutto ciò che riguarda la performance. Ho ben chiara in testa la persona adatta a questo tipo di ruolo, nomi non ve ne darò. È un processo, ma non vogliamo essere affrettati nel prendere decisioni. Ho passato diversi anni della mia vita in questo ruolo, piuttosto che essere affrettati vogliamo prenderci del tempo per queste due figure chiave. Una volta che abbiamo deciso la struttura decideremo anche chi vogliamo prendere».

Il futuro dei singoli

Comolli ha annunciato la permanenza di Kolo Muani per il Mondiale per Club, sottolineando la volontà di trattenerlo anche per la prossima stagione, prima di fare il punto anche sul futuro di Dusan Vlahovic: «Sono lieto di annunciare che abbiamo fatto un accordo col Psg per il prolungamento del prestito di Kolo Muani. Ho parlato col calciatore dopo la partita con la Spagna, ha deciso di voler giocare il Mondiale col Club cin la Juve e rimarrà. Abbiamo parlato cordialmente col Psg, anche se non abbiamo trovato un accordo per dopo il Mondiale. Ma siamo ottimisti per raggiungere l’intesa per un prestito anche nel 2025/26: il Psg non ha chiuso le porte, il giocatore vuole rimanere con noi. Queste sono buone notizie».

E su Vlahovic: «Ho parlato con Dusan la settimana scorsa. Il giocatore dovrebbe tornare a breve e voglio parlargli per capire cosa ha in mente. Lui è un top player e certe cose non hanno funzionato, dall’inizio di gennaio ci sono stati alti e bassi. Ma non voglio parlare di ciò che è andato, voglio parlare col calciatore e capire quali sono le sue sensazioni. Bisogna capire la situazione contrattuale, capire se andrà a scadere oppure no. Quando avrò tutti questi elementi sarò in grado di prendere una decisione».

L’emozione di Comolli di essere alla Juve

«Comincio con le mie emozioni. È un entusiasmo costante, tutte le mattine quando mi sveglio provo questa sensazione. Quando ero un bambino francese idolatravo giocatori del calibro di Platini e non avevo sognavo mai di diventare un calciatore, ma un allenatore. E il primo allenatore che ammiravo era Trapattoni. Non voglio dirvi che ero un tifoso della Juve, ma l’ho sempre seguita. Alcuni giocatori sono tornati dagli impegni internazionali, altri lo faranno nei prossimi giorni. Non vedo l’ora di incontrare il resto della squadra. Abbiamo già parlato con Chiellini di alcuni aspetti che vorremmo affrontare con lo staff, ci sono molte cose da fare e penso di avere un’idea di cosa la squadra può dare. Ho detto a tutti che non c’è solo la squadra che gioca ma c’è una squadra dietro le quinte, sono tutti importanti e andiamo tutti nella stessa direzione. Al Mondiale per Club andiamo per vincere, siamo la Juve e deve essere il nostro approccio».

Gli obiettivi della Juve

«La prima volta che ho incontrato la proprietà mi è stato chiesto ‘Cosa vuoi ottenere?’ e io ho risposto che ‘Voglio fare tutto il possibile per vincere’. Non posso garantirlo a nessuno, ma farò tutto ciò che è in mio potere per vincere, tutte le competizioni che andremo a disputare. Nel momento in cui si mette la maglia della Juve l’unico modo per andare avanti è vincere trofei. Nel calcio ci possono essere degli imprevisti, c’è la fortuna e la sfortuna, squadre migliori e peggiori. Non possiamo controllare tutto, ma quello che è in nostro potere bisogna controllarlo al 100%. Cercare di vincere sarà la mia ossessione, voglio trasmettere a tutti questa passione, ma già fa parte del club, andrò solo a rafforzarla. Sulla struttura ho già dato indicazioni sul doppio ruolo che vogliamo creare. Penso che sia il modo di procedere, l’ho già visto negli USA in altri sport qualche anno fa e ho visto già grandi club che hanno cominciato a farlo. Il calcio sta diventando sempre più globale, i compiti sono diversi e sempre più esigenti».

Il lavoro sui dati di Comolli

«Io lavoro con i dati da 25 anni. Ho sempre pensato che le proprietà, le aziende, quando si rivolgono a me è perché porti questo bagaglio di conoscenze. Lo stesso vale per la Juve e quindi sono in grado di usare e implementare questa metodologia. Noi siamo pagati per creare emozioni. Il mio primo lavoro, tre volte a settimana, è garantire che i nostri tifosi raggiungono il più alto livello di emozione. Allo stesso tempo dobbiamo prendere delle decisioni non di pancia, ma adottare un approccio particolarmente razionale. L’1 agosto 2025 sarà il 33° anno nel calcio professionistico, con diversi ruoli, e non mi sono mai imbattuto in un approccio più razionale che non fosse quello dei dati. Tutti ormai guardano e analizzano i dati. Ci assisteranno nella scelta dei giocatori, nel misurare la forza della nostra squadra rispetto alle altre, ci aiuteranno a definire la nostra strategia. Raccoglieremo dati su tutto, perché ci possono aiutare ad esempio a prevenire gli infortuni, a conoscere meglio i nostri tifosi. I dati fanno parte della mia vita, so come funzionano e funzionano perché i campioni inglesi sono tutti basati sui dati per esempio. È qualcosa che sicuramente metteremo in pratica».

Mr Moneyball e l’importanza del settore giovanile

«Volevo creare una cultura, una metodologia, anche per la squadra femminile e penso che nel settore sportivo attuale l’identità sia importante. Noi creiamo emozioni, ma all’interno delle emozioni ci sono le identità, il feeling, le sensazioni per un club. Creare un’identità in cui la comunità può riconoscersi è importante: questo arriva attraverso i risultati, lo stile di gioco. La metodologia richiede tempo ma non è possibile. Il modello dell’Ajax magari non è tra i miei preferiti, però sicuramente è qualcosa che vorrei mettere in pratica. Non so se è stato romanzato, il Moneyball è come rendere razionale un’industria irrazionale come il calcio. Ho incontrato il vero Mr. Moneyball e la mia frustrazione era vedere che negli anni di scouting molte scelte erano state sbagliate in termini di reclutamento. Quindi ho visto il loro modello. Non dobbiamo avere paura di quest’associazione tra dati e calcio. Ci sono club che li usano ma non ne parlano perché non vogliono che voi ne parliate. La mia ossessione è vincere ma anche cercare di migliorare attraverso i dati, per poter migliorare bisogna avere un vantaggio competitivo sugli altri e un modo è utilizzare i dati».

Comolli sul sistema calcio italiano

«Quando sono entrato a far parte del club mi sono posto due obiettivi: vincere e soddisfare il 100% del potenziale. In tutti i Paesi dove sono andato mi sono sempre detto che dovevo aiutare il calcio a svilupparsi nel Paese in cui mi trovavo. Ad esempio in Inghilterra facevo parte di un comitato che ha creato un programma per il calcio giovanile nel 2012. Quindi l’obiettivo è anche aiutare il calcio italiano: magari sarà un contributo molto piccolo, ma voglio darlo. Se la Juve ha successo potrà dare molto al calcio italiano. Mi ricordo, ad esempio, dell’Italia 1982 o 2006. Non sono qui per dirvi cosa è giusto e cosa è sbagliato, sono qui ancora da sei giorni. Sicuramente sarebbe un peccato se l’Italia non si qualificasse al Mondiale, ma se posso dare un contributo in qualunque modo voglio farlo e voglio farlo attraverso la Juventus».

E sul mercato…

«Penso che vedrete la mia faccia spesso nel corso della stagione. Sul mercato però sono più riservato. Ci saranno degli aggiustamenti, ma non dei cambiamenti profondi».