Serie A

Lazio, Fabiani: “Non cediamo nessuno! Mercato? A gennaio…”

Il direttore sportivo Angelo Fabiani ha fatto il punto della situazione in casa Lazio
Fabiani
Fabiani (Getty Images)

La Lazio in estate non farà mercato. L’aver sforato i tre paletti imposti dalle NOIF ha spinto la Covisoc a intervenire bloccando la Lazio in vista della sessione estiva. Una notizia drammatica, soprattutto considerando il ritorno di Maurizio Sarri che avrebbe dovuto dare il via a un nuovo ciclo che inizierà senza nessun acquisto, almeno fino a gennaio. Questo è anche quanto confermato dal direttore sportivo Angelo Fabiani, in una lunga intervista rilasciata ai microfoni de lalaziosiamonoi.it.

Fabiani sull’Indice di Liquidità

«L’indice di liquidità, l’indebitamento, tutte queste norme andrebbero innanzitutto capite nella loro interezza, nei loro vincoli. Ma questo non significa che la società non può ottemperare agli impegni presi con calciatori e dipendenti. Noi abbiamo già pagato tutti gli stipendi come da scadenza federale. L’indice di liquidità è scattato per un investimento fatto dalla società per migliorare la struttura, per la nuova costruzione del centro sportivo per i ragazzi e per tutto il settore giovanile. Una svista che ci può stare. Non ha nulla a che vedere con gli investimenti fatti con i calciatori. L’indice di liquidità si blocca anche per questioni non attinenti all’acquisto di giocatori, per cui oggi la società può tranquillamente far fronte per cassa e per liquidità agli impegni assunti. Questo indice è stato tolto per unificarci ai parametri Uefa, per questo mi chiedo com’è possibile che è stata fatta una norma che entra in vigore il 1 luglio ma che si applica a gennaio. Siccome i consigli del diavolo se li mangia la volpe, e io non solo il diavolo, a gennaio ho rinforzato ulteriormente la rosa con due elementi giovani, ciò in linea con il nostro programma, cioè Belahyane e Provstgaard, per completare la squadra. Poi per carità, al meglio non c’è mai fine, ma mi sono assicurato una sostenibilità tecnica e ho fatto quello che c’era da fare a tutela della Lazio, e non del sottoscritto. La mia storia parla chiaro».

La rosa della Lazio

«Del resto, quando si parlò la prima volta con Sarri, ci aveva dato la sua disponibilità fin da subito perché alcuni giocatori come Mandas, ad esempio, insieme a Provedel, sono di gradimento dell’allenatore; Gila anche lo ha svezzato lui: quando è arrivato non poteva fare il titolare, ora grazie alla bravura di Sarri ha delle richieste importanti a cui la società ha detto no; lo stesso Romagnoli che è un giocatore funzionale a Sarri e lo vuole fortemente; Patric lo conosce bene; con Hysaj ha giocato tanto; e poi tutti gli altri come Marusic, Lazzari, Pellegrini, Vecino, Rovella, Guendouzi, Castellanos, Zaccagni e Pedro. Questi sono tutti giocatori che lui conosce benissimo, non si trova di fronte a una squadra nuova di cui non sa nulla. Io sono una persona seria, corretta e coerente: ho sempre detto che la Lazio non avrebbe mai ceduto i sui pezzi migliori, soprattutto in Italia e in quelle squadre che possono “competere alla pari” per qualcosa di importante. E questo è quello che sta accadendo».

Fabiani sulle cessioni

«Oggi il patrimonio della società è costituito da una richiesta straordinaria per i nostri giocatori, e la nostra forza è quella di dire ‘no’. Se qualcuno mi impone di dire ‘sì’, mi alzo e me ne vado. Quando mi ha preso Lotito, sono stato chiaro con lui: si azzera e si riparte con un programma triennale. E lui mi ha detto: ‘È questo che io cerco’. Dopo di che indici e tutto il resto, non mi interessa. Ovviamente li conosco, sennò non potrei fare questo mestiere. Per cui la gente deve stare tranquilla e serena: la squadra che lo scorso anno hanno ammirato non l’abbiamo smantellata, ma andremo nel prossimo futuro, se possibile, a potenziarla. Bisogna arrivare al momento tale che questa società abbia del suo, non dei prestiti. Poi se ci saranno delle richieste sul mercato per i pezzi migliori, per crescere e non per depotenziare la squadra, allora verranno fatte delle valutazioni per il bene della Lazio. Qual è il senso di cedere per prendere uno dello stesso valore?».

Le dimissioni di Sarri

«Sarri è stato informato sul blocco, ma lo stesso Lotito ne ha preso contezza dopo, così come me. Questo ci ha fatto ritornare sui nostri passi, ridiscutendo alcune questioni con il tecnico. Ho sentito parlare di dimissioni, a noi non è mai arrivato niente anche perché i contratti partono dal 1 di luglio. Quindi di quali dimissioni stiamo parlando? Sono cose inventate. Sarri ha dimostrato serietà, attaccamento e grande senso di appartenenza. A marzo 2024 ci si lasciò in ottimi rapporti, in un momento particolare della vita del tecnico come oggi può capitare a tutti. Aveva la possibilità di fare un passo indietro perché sono mutate alcune situazioni, ma un conto è venirne a conoscenza successivamente e un altro è prendere in giro una persona, perché i rapporti con Lotito e con il sottoscritto sono talmente forti e importanti che una roba del genere non poteva mai avvenire, cioè mistificargli la realtà dei fatti. Comprendo tutto e tutti, anche che fa più notizia dire stupidaggini piuttosto che le verità. Mi rammarica che dopo si possa fare disinformazione. È chiaro che qui ognuno fa i propri interessi di bottega. Quello che voglio dire a questi signori che si avventurano che bisognerebbe prima documentarsi, prima capire le norme e poi azzardare a fare qualche ragionamento sensato».

Il patrimonio della rosa

«Oggi la Lazio ha un patrimonio di calciatori importante, quando sono arrivato non era così. La cessione di Milinkovic, di Luis Alberto, di Immobile, tre giocatori straordinari e importanti, ha fruttato 60 milioni di euro. Se ci aggiungiamo altri 30 milioni per tutti gli altri calciatori, siamo a 90-100 totali. Oggi non a parole, ma con richieste formali ricevute da società, il parco giocatori supera i 300 milioni di euro. Questo può in qualche maniera rappresentare un passo indietro, ma vi assicuro che significa invece fare due-tre passi in avanti, perché la società riesce a dire no a richieste importanti che ci sono state davvero. E parlo di Gila, Castellanos, Gigot, Rovella, Tavares che a gennaio non abbiamo ceduto al Milan per una cifra importante. Lo stesso vale per Romagnoli che ha richieste, così come Mandas e altri. L’elenco sarebbe lungo e noioso, questi sono giocatori che rappresentano un patrimonio per la società. La squadra ha carburante a sufficienza per arrivare a gennaio e a luglio facendo sì che l’allenatore possa lavorare da vicino con questi ragazzi, e poi nel mercato di riparazione fare altre valutazioni. Bisogna ragionare in termini costruttivi, positivi, ma qui non ci si riesce a fermare neanche davanti alla nota ufficiale dove Sarri, al quale va tutto il ringraziamento della società e della tifoseria, dice che si prende tutta la responsabilità per andare avanti perché ha un debito di riconoscenza verso una città e un popolo che non gli ha mai fatto mancare tutto il calore anche nei momenti di difficoltà, come la stessa società con cui i rapporti non si sono mai interrotti. Con lui c’è sempre stata massima stima reciproca. E questo ha fatto la differenza. Qui non si tratta di esperimenti o non, ma di applicare quel senso di appartenenza che Sarri ha dimostrato. Da mesi dico che il programma triennale andava avanti, che bisognava comunque cedere qualcuno di troppo e che le cose non si fanno dall’oggi al domani».

Fabiani sul player trading

«Il blocco del mercato per quanto mi riguarda è una norma abolita. Al 26 maggio io non sapevo di questo vincolo e di questa situazione, per cui ho parlato liberamente con Sarri. Mai mi sarei sognato, né io e né Lotito, di prenderlo in giro. A tutto si può rimproverare al presidente meno che di dire una cosa per un’altra. Per la famosa ‘lettera’ che ci è arrivata, qualche giorno è passato dall’ultima partita contro il Lecce, soprattutto dopo aver parlato con i commercialisti. I ragionamenti fatti con Sarri erano sul fare qualche uscita e qualche entrata, ovvero di togliere gli esuberi, che non rientrano nel progetto tecnico della società. Lui non ha mai detto di mandare via Tavares, Castellanos, Rovella, ecc. L’idea era di completare e potenziare una squadra che, a detta non di Fabiani ma degli addetti ai lavori, lo scorso anno per gran parte del campionato ha divertito e stupito».

Fabiani sulle norme

«Per me ci sono delle norme che non hanno ragione di esistere. Questa società, che è una Spa, non può mettere a rischio la sua vita, perché produce utili e dà da mangiare a tanta gente. Per cui non si può fare il passo più lungo della gamba. In tempi recenti molte società blasonate, senza fare nomi, per attuare una politica scriteriata si sono ritrovare a ripartire dalla Serie C. E questo non è accettabile, sarebbe un’umiliazione per tutti. Io ho la responsabilità, insieme al presidente di non esporre mai la società a rischio fallimento. Ed è quello che stiamo facendo. Il tecnicismo dell’indice, degli ammortenti, del costo del lavoro, bisognerebbe studiarlo a fondo. Ma oggi mi trovo uno che c’ha 18 anni, gli mettono un microfono in mano e fa disinformazione. Ora 115 milioni, se permettete, non si buttano a fondo perduto. Quei soldi serviranno per rinforzare la squadra nel programma triennale. Per Sarri è l’anno zero, arriva quest’anno. A lui non chiediamo nulla, ma solo la sua professionalità e bravura che ha sempre messo dovunque è andato, e lo dobbiamo ringraziare. Lui sa perfettamente, essendo una persona intelligente che non sa solo di calcio ma anche di finanza, come stanno le cose. Io, come tutta la società, lo ringraziamo».

Le richieste di Sarri

«Vorrei ricordare a me stesso che Milinkovic il primo anno non era lo stesso del secondo, terzo o quarto. Tutti i giocatori hanno bisogno di un periodo di adattamento. Poi è chiaro che la filosofia del gioco di Sarri è diversa da tante altre. E in più quest’anno diversi calciatori avrebbero meritato soventemente di scendere in campo per meritocrazia, ma avevamo Marco Baroni, a cui vanno i nostri ringraziamenti per il lavoro svolto, che evidentemente aveva una filosofia diversa. Ora Sarri può partire in ritiro con una squadra che non è stata toccata, può valutare nel complesso tutti, può vederla all’opera nelle partite che contano. Poi se a gennaio c’è da fare due, tre, quattro innesti sulla scorta delle indicazioni dell’allenatore, la società li farà per dare continuità al programma triennale di cui ho sempre parlato, da un anno a questa parte. Io confido molto nell’intelligenza del popolo laziale che sa come stanno le cose. Nella vita gli intoppi ci sono e ci saranno sempre, l’importante è lavorare con coscienza. Il passaggio del sottoscritto che oggi sta ancora qui a lavorare e che per il calcio ha perso due famiglie, sta a sottolineare la serietà che uno si assume. Molte stupidaggini e inesattezze sono state dette e scritte. Vogliamo chiamarle cattiverie gratuite? È un problema loro, ciò che fai poi raccogli».

Le offerte per i calciatori

«Oggi il patrimonio della società è costituito da una richiesta straordinaria per i nostri giocatori, e la nostra forza è quella di dire ‘no’. Se qualcuno mi impone di dire ‘sì’, mi alzo e me ne vado. Quando mi ha preso Lotito, sono stato chiaro con lui: si azzera e si riparte con un programma triennale. E lui mi ha detto: ‘È questo che io cerco’. Dopo di che indici e tutto il resto, non mi interessa. Ovviamente li conosco, sennò non potrei fare questo mestiere. Per cui la gente deve stare tranquilla e serena: la squadra che lo scorso anno hanno ammirato non l’abbiamo smantellata, ma andremo nel prossimo futuro, se possibile, a potenziarla. Bisogna arrivare al momento tale che questa società abbia del suo, non dei prestiti. Poi se ci saranno delle richieste sul mercato per i pezzi migliori, per crescere e non per depotenziare la squadra, allora verranno fatte delle valutazioni per il bene della Lazio. Qual è il senso di cedere per prendere uno dello stesso valore?».