Lazio, Fabiani: “Non venderemo i top. Pedro? Il suo futuro…”

Un’intervista a trecentosessanta gradi quella rilasciata da Angelo Fabiani ai microfoni della Stampa. Il direttore sportivo della Lazio si è espresso sul mercato che verrà fatto in estate, sul futuro di alcuni singoli dei biancocelesti, tra i quali anche Pedro in scadenza al termine della stagione, e del suo ruolo nel mondo del calcio, tornando anche su episodi passati come l’addio di Igor Tudor dalla Capitale, dopo che era stato scelto, più di un anno fa, come successore di Tudor e che sabato sarà prossimo avversario della Lazio nelle scontro Champions League con la Juve.
Il mercato della Lazio
«Chi vuole i nostri ragazzi, sappia che non ci sono margini: non li cederemo a potenziali concorrenti in campionato, non rafforzeremo gli altri club italiani. Se Rovella, Guendouzi, Isaksen, Zaccagni, Gigot non si muovono da Roma? Al 99,9%. E tra l’altro non si vogliono muovere loro. Pedro? Intramontabile. Una o due stagioni in più? Dipende da lui. Pedro conosce bene il nostro pensiero che va oltre: quando deciderà di smettere, le porte per un ruolo in società sono aperte. Non si perde un patrimonio e un esempio come lui. La Lazio è senso di appartenenza: lo hanno capito i nostri tifosi, lo ha percepito chi ama il calcio. I risultati contano, e non poco, ma conta anche come lavori per arrivarci: noi, in questa stagione, abbiamo creato curiosità negli occhi di chi guarda. Niente contro i fondi o altre proprietà, ma se chiediamo ai tifosi chi sono, in pochi sanno rispondere. La nostra storia è diversa, gli obiettivi ben chiari».
La partita contro la Juve
«Se loro devono conquistarlo, noi lo vogliamo prendere. Chi ha più da perdere tra noi e la Juve? Non vedo differenze. Noi siamo arrivati fino a qui grazie alla forza delle idee e, le idee, danno sostanza e forma a tutto. Juve altalenante? Le sorprese nel calcio non mancano mai. Chi vince? Per ora i nostri tifosi: l’attesa tra la gente è incredibile» – e su Tudor – «Tudor in corsa fa la differenza: il suo impatto fu più che positivo con la squadra l’ambiente. Si è detto e scritto tanto: ho letto di screzi tra l’allenatore e la società, niente di vero. Fu Tudor a decidere di andare via e, noi, di continuare sulla nostra strada. Problemi con Guendouzi? Non mi risulta. Prima di scegliere il dopo Sarri ci siamo confrontati, a ogni livello».