Lazio, Pedro: “Spero di restare. Contro la Juve partita da dentro o fuori…”

La Lazio in squadra ha un campione che punta all’eterno, che flirta con l’immortalità e che ha 37 anni sta mettendo in scena una delle stagioni migliori della sua carriera. Pedro Rodriguez è l’arma segreta di Marco Baroni, un allenatore capace di farlo tornare indietro a qualche anno fa, tanto dal punto di visto psicologico, tanto sotto quello fisico. L’ex Barcellona, Chelsea e Roma è protagonista di una Lazio che punta alla Champions nonostante sia solo all’inizio del proprio ciclo, che sogna di bruciare le tappe e sa di poterlo fare con giocatori del genere in squadra. Nel frattempo, però, aleggiano le voci sul futuro del numero 9 biancoceleste, tra un contratto in scadenza a giugno e un futuro da dirigente. Di questo ha parlato Pedro nell’intervista rilasciata ai taccuini della Gazzetta dello Sport, dopo aver analizzato la sfida Champions di sabato contro la Juve e prima di parlare del suo futuro nel mondo del calcio.
La partita contro la Juve
«Inutile girarci attorno, almeno per noi. Solo vincendo ci metteremmo in una posizione favorevole per arrivare quarti. Non sarebbe ancora fatta perché poi dovremmo cercare di vincere pure le partite successive (con Inter e Lecce, ndr), però faremmo un passo importante in quella direzione. Sarebbe un risultato fantastico ed anche il premio ad un’annata in cui abbiamo fatto a lungo cose straordinarie. Non ci eravamo posti obiettivi specifici, come era normale che fosse visto il rinnovamento della rosa. Però abbiamo sempre creduto nella nostre potenzialità. Tante squadre possono ambire a quel quarto posto. Non sarà facile».
La Juve di Tudor
«La squadra bianconera è un avversario sempre difficile, quest’anno ha avuto parecchie difficoltà, ma resta una formazione di grande livello. Tudor le ha dato una maggiore compattezza. E un ottimo allenatore, noi l’abbiamo avuto nella parte finale della scorsa stagione ed abbiamo imparato a conoscerlo e apprezzarlo. Lui è uno che pretende tanto, ma che dà anche tanto. Dobbiamo giocare al massimo delle nostre possibilità Essere sempre concentrati e non commettere errori. Perché contro questi avversari se fai uno sbaglio vieni immediatamente punito. Questa è una gara da dentro o fuori, va interpretata così».
L’eliminazione della Lazio dall’Europa League
«È stato un colpo duro, lo ammetto. Volevamo arrivare fino in fondo, quanto meno giocarci la semifinale col Tottenham. È andata così. Peccato perché il cammino in coppa era stato davvero notevole in precedenza. Chiaro che arrivare quarti in campionato sarebbe un’impresa per come eravamo partiti e quindi anche il modo ideale di archiviare quella delusione».
Le poche vittoria della Lazio all’Olimpico
«Il problema è che non lo capiamo nemmeno noi perché abbiamo vinto così poco all’Olimpico da dicembre in avanti dopo aver fatto il pieno all’inizio (6 vittorie e un pari nelle prime sette, ndr). Ma adesso conta solo il futuro, le prossime e ultime due partite che affronteremo in casa. Vinciamole e poi vediamo che succede. Per un lungo periodo abbiamo giocato davvero bene, facendo un calcio d’attacco che coinvolgeva l’intera squadra. Poi abbiamo avuto un piccolo calo, ma è fisiologico, ora dovremo essere bravi a tornare a quei livelli, ma soprattutto a vincere. Adesso conta solo quello».
I meriti di Baroni e il futuro
«Baroni ha meriti notevoli. Non lo conoscevo, per me è stato una grande rivelazione. Ci ha dato un gioco moderno, spettacolare ed efficace. E sul piano umano è stato bravo a far crescere tutti. La sua qualità migliore è la sincerità. Che poi è una caratteristica che non tutti gli allenatori hanno. Il futuro di Baroni? Ovviamente non sta a me dirlo, è la società che decide. Però mi auguro che gli sia data la possibilità di aprire un ciclo, perché sono sicuro che continuerebbe a fare bene, anzi penso che farebbe anche meglio di quanto fatto quest’anno».
Il futuro di Pedro nella Lazio
«Se il mio futuro sarà ancora alla Lazio? Spero proprio di sì! Per quanto mi riguarda ho deciso che giocherò almeno un altro anno (a luglio compirà 38 anni, ndr). Qui sto davvero bene e vorrei tanto continuare questa avventura. Le parole di Fabiani? Le ho sentite e mi hanno fatto molto piacere. Posso dire che stiamo discutendo il rinnovo (ha il contratto in scadenza, ndr) e penso che trovare un accordo non sarà un problema – sul futuro da dirigente – Questa sarà però una scelta da fare più avanti con la mia famiglia. Però sì, sarebbe bello restare alla Lazio anche dopo».
Pedro e un futuro da allenatore?
«Quella di fare l’allenatore è una prospettiva che mi attira molto, ma non ho ancora deciso se intraprendere questa camera. L’unica certezza, al momento, è che voglio restare nel mondo del calcio, con quale ruolo si vedrà. Molti miei ex compagni lo sono diventati. Fabregas, per esempio, ma pure Xavi. E un ruolo affascinante, ma anche molto, molto difficile. Per adesso meglio pensare solo a giocare».
L’Inter, il Barcellona e la finale di Champions League
«Il paragone, anche se pesante, ci può stare. Rispetto a noi, all’inizio del nostro ciclo, loro sono ancora più giovani. Nonostante questo, stanno facendo cose straordinarie. L’Inter? È stata una semifinale pazzesca, uno spot per il calcio. Un doppio confronto finito complessivamente 7-6 non credo abbia precedenti. Io penso che entrambe meritassero la finale per quello che hanno fatto prima in Champions e poi nello scontro diretto. Però una sola poteva passare e l’Inter lo ha fatto con pieno merito. Chi vincerà la Champions? Il Psg di Luis Enrique è un’ottima squadra, ma pure l’Inter lo è. Sarà una sfida tutta da gustare».