Milan, Ambrosini critico: “L’obiettivo era la Champions. La Coppa Italia…”

Il Milan si è rimesso in careggiata, è evidente. Le ultime quattro partite hanno regalato quatto successi, partendo dal derby di Coppa Italia vinto per 0-3, fino alle tre vittorie di fila in campionato contro Venezia, Genoa e Bologna. Quella con i falsinei, in particolar modo, ha un sapore speciale e non solo perché vale come avviso in vista della finale di Coppa Italia di martedì 14 maggio, che potrebbe portare a Casa Milan il secondo trofeo stagionale, dopo la Supercoppa Italiana, e l’accesso in Europa League. Il successo di San Siro contro la squadra di Italiano ha permesso anche ai rossoneri di riavvicinare la zona Europa e rientrare in una corsa che a due giornate dalla fine si fa sempre più calda e imprevedibile.
La Coppa Italia per salvare la stagione del Milan?
Gli ultimi sono risultati che riportano entusiasmo tra i tifosi milanisti e soprattutto fiducia per un futuro che potrebbe essere ancora con Conceicao in panchina, visto l’ottimo rendimento in questo finale di stagione e in attesa di scoprire cosa sarà della Coppa Italia. Gli stessi risultati, però, non bastano per salvare la stagione fallimentare di una squadre che ambiva a confermarsi in Champions League. Questo è il pensiero espresso, ai taccuini della Gazzetta dello Sport, da Massimo Ambrosini, ex bandiera rossonera che ha criticato l’annata del Milan.
Ambrosini critico sul rendimento dei rossoneri
«La sfida di campionato di venerdì ha detto che la finale sarà equilibrata e che il Bologna dovrà avere un’attenzione estrema, altrimenti verrà punito dalle individualità del Milan. Se il ko di San Siro rischia di pesare per il Bologna? No. In finale si azzerano tutti i pensieri su passato e futuro. L’unico obiettivo è alzare la coppa. Il Milan venerdì aveva la testa più libera del Bologna, in corsa per la Champions. La Coppa Italia invece è un obiettivo comune: non so chi avrà più pressione, ma il carico emotivo ci sarà per tutti. Troppe volte non ha sfruttato l’occasione per mostrare le proprie qualità. Non ci si può accontentare di due coppe se poi non si compete per l’obiettivo minimo del club, il quarto posto in campionato».