Serie A

Milan, Bartesaghi e l’esultanza con Maignan: cosa c’era dietro

Bartesaghi ha raccontato quel che c'era dietro l'esultanza tra lui e Maignan dopo il rigore parato a Calhanoglu
Bartesaghi, Milan
Bartesaghi, Milan

Il Milan vince il derby contro l’Inter e si lancia nella corsa allo Scudetto. Con una prova ‘alla Max Allegri’ e con un pizzico di fortuna, su tutte quella di avere in porta un giocatore come Mike Maignan, il club rossonero si rilancia nella lotta Scudetto battendo gli acerrimi rivali nerazzurri. A San Siro, però, il ‘Diavolo’ copre anche un nuovo elemento a disposizione o, meglio, vede diventare un ragazzo come Davide Bartesaghi, un calciatore fatto e pronto, anche per giocare una partita così tanto delicata e così tanto importante da poter definire il futuro della stagione del Milan. Il classe 2005 è stato protagonista dell’ennesima grande prestazione con la maglia del Milan, al punto da aver ottenuto la fiducia di un tecnico espero e navigato come Massimiliano Allegri.

Le parole di Bartesaghi

Al termine della partita, proprio Bartesaghi è intervenuto ai microfoni di Dazn per commentare la sua gioia, ma anche per svelare un retroscena sull’esultanza con Maignan: «Sono molto contento e molto onorato, è un sogno che avevo fin da piccolo. Mi sono detto che era la mia occasione, dovevo sfruttare ogni palla e dare il 100% per questa maglia. Non l’avrei mai immaginato, ma c’è uno staff e una squadra che mi dà molta fiducia. Sono molto sereno, molto tranquillo, faccio il mio dovere e sono a disposizione di tutti. Grazie ai compagni e grazie al progetto Milan Futuro sono riuscito a esaudire questo sogno. Devo ringraziare tutti gli staff, tutti i mister, tutti i compagni. Ho sempre lavorato con la testa serena anche se i risultati non venivano. Non ho niente da perdere e tutto da dimostrare, i risultati sono nelle mie mani». Poi sull’esultanza con Maignan: «È un gesto naturale perché ovviamente dopo il rigore parato, in una partita del genere, con il risultato del genere mi è venuto naturale andare da lui e ringraziarlo, come hanno fatto tutti. Stiamo parlando di una squadra unita, coesa».