Napoli, De Laurentiis: “Belli i trofei, ma il vero godimento è…”
Ed ecco i tanto attesi auguri del presidente. D’altronde, questo Natale ha davvero un sapore speciale, festoso, gioioso in casa Napoli. In attesa di tornare in campo per riprendere il percorso lasciato in sospeso in campionato, la squadra di Antonio Conte ha già archiviato il primo trofeo della stagione, il secondo con il tecnico pugliese alla guida: la vittoria della Supercoppa Italia. E inquietante questa giornata, nella vigilia di Natale, per fare i suoi auguri al popolo napoletano, ai microfoni di Radio CRC è intervenuto il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis. Di seguito le sue parole.
Il discorso di De Laurentiis
«Avevamo vinto due trofei all’epoca di Benitez nello stesso anno, però erano diversi. Questa volta Scudetto e Supercoppa: non è mica poco. Maradona? Non si può eguagliare, non si è mai grandi quanto lui. Lui aveva questo spirito da scugnizzo partenopeo, da ragazzo di squadra. Il passaggio dalla Serie B alla Serie A è stato un momento indimenticabile, ma per tutta la mia vita ho cercato di far divertire le persone con il cinema, e pochi produttori hanno avuto tanti successi come i miei. Quindi, vedere che i tifosi trasmettono ovunque questo senso di rivincita e questa soddisfazione così grande, è un godimento che non può dare nessun trofeo».
Per De Laurentiis si gioca troppo
«Non si deve distruggere un gioco giocando troppo. È come quando fai una cena e sbagli il menù, metti troppe cose e rischi di mandare a casa la gente con gli incubi notturni. E ora qui abbiamo gli incubi degli infortuni perché si gioca troppo, e non si tiene in considerazione il rispetto per i giocatori. Loro dovrebbero essere liberi professionisti per non sottoporsi a stress vincolanti. E bisognerebbe anche regolamentare il potere degli agenti. Ricordiamoci che il calcio è dei tifosi. Noi, invece, abbiamo dei grandi signorotti che comandano il calcio e pensano che a un certo punto la loro rieleggibilità passi attraverso delle formule che fanno soltanto sorridere. Il problema è che tutti vogliono aggiungere e nessuno vuol levare: i nostri calciatori, pagati da noi, vengono dati alla Nazionale con una leggerezza incredibile, quando dovrebbe essere il club a decidere. A questi signori che governano il calcio a livello mondiale non interessa la protezione del tifoso per il quale il campionato nazionale ha vero valore. Si deve ripercorrere l’atlante dei problemi che affliggono il calcio italiano e soltanto i proprietari hanno la capacità in 24 ore di prendere le decisioni del caso».