Serie A

Napoli, parla De Laurentiis: dal nuovo stadio alla Champions fino al merchandising

Le parole del numero uno del club partenopeo: “Io non mi vergogno, come fanno molti oggi…”
Aurelio De Laurentiis
Aurelio De Laurentiis

Se vinciamo la Champions League entro due anni? Non dipende solo da me. Conta quanto sono forti gli altri, gli infortuni, il calendario, le capacità dei calciatori e degli allenatori. Ma noi ci proviamo”. Lo ha detto Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, al Giffoni Film Festival.

Sul nuovo stadio

Il nuovo stadio? Fra tre anni. E sarà nostro. Io non mi vergogno, come fanno molti oggi, di fare anche la bassa macelleria. Siamo poco più di 100 persone a lavorare nel Napoli. In altri club sono in 500, 600. Questa è la differenza. Questa è la sostenibilità vera”, ha aggiunto il numero uno del club partenopeo. 

Il Napoli e il merchandising

Sul merchandising del club: “Non ero d’accordo ad arricchire Nike, Adidas, Puma. Quando il mio fornitore mi disse: ‘Con il Covid non posso darti i 7 milioni’, gli risposi: ‘Tieniti il 10%, il resto lo gestisco io’. Alla fine avevano venduto 5 maglie in America. Ho letto il contratto, c’era una clausola per la disdetta entro febbraio. Raccomandata e via. Ho chiamato Giorgio Armani: ‘Mi serve un brand divino’. E lui ha detto sì. Poi ho coinvolto mia figlia, che faceva la psicologa. Le ho detto: ‘Lascia la psicologia, mi servi in azienda’. Ora abbiamo una vera e propria divisione che produce, vende e incassa. Ieri, solo online, abbiamo fatto mezzo milione”.