
Maurizio Sarri non solo è nato a Napoli – nonostante sia vissuto a Firenze, come si avverte dalla sua parlata -, ma è da sempre anche un tifoso partenopeo. L’esperienza sulla panchina azzurra, in questo senso, ha messo in mostra una delle squadre più belle del panorama calcistico nazionale recente. Il Napoli dei 92 punti che ha sfiorato la vittoria dello Scudetto è stato una delle avventure più belle e sfortunate degli ultimi anni, ma che ha dato vita all’immagine di Sarri, del Comandante diventato idolo di un popolo che aveva conquistato colpendolo al cuore e che, oggi, esalta Antonio Conte vincitore dell’ultimo Scudetto e in grado di incarnare il loro sentimento.
Sarri e l’importanza della piazza napoletana
Proprio in un’intervista recente, nel corso della 27esima edizione del Premio Sportilia 2025, come riportato dal Corriere dello Sport, il tecnico della Lazio ha preso parola sottolineando la particolarità della piazza di Napoli e la difficoltà di allenare in quel posto: «A Coverciano dovrebbero rendere obbligatorio per i mister allenare almeno un anno a Napoli. Per quello che significa allenare a Napoli, perché è una cosa molto particolare». Parole che rendono idea di quanto complicato e affascinante sia fronteggiarsi con una piazza bollente come quella partenopea.