Serie A

Orsolini si racconta: dalla Nazionale al retroscena sull’esultanza

Il calciatore del Bologna: “Non voglio sentirmi un top player. Per l’Italia giocherei anche in porta”
Riccardo Orsolini, Bologna
Riccardo Orsolini, Bologna

Sicuramente siamo davanti all’Orsolini più maturo. Non parlo dei gol, parlo di personalità e di giocate giuste. Sono arrivato a un’età in cui è il momento di capire certe cose, per fare un ulteriore step”. Lo ha detto Riccardo Orsolini in un’intervista a DAZN nel format My Skills in collaborazione con EA Sports. “Io un top player? No no, mai! Non voglio che il mio cervello pensi: “Sono un top player, adesso mi siedo, faccio quello che voglio”. Devo sempre averla, la fame di arrivare: non voglio sentirmici, un top player” ha aggiunto il calciatore del Bologna.

Obiettivo Nazionale

Sto cercando di portare l’Orsolini del Bologna anche in Nazionale. Mister Gattuso mi sta dando molta fiducia, e infatti lo ringrazio. Ma in questo momento, più che di Orsolini in Nazionale, esiste solo un obiettivo: abbiamo solo quello in testa e non si parla d’altro! Io in Nazionale giocherei anche in porta, per raggiungere quell’obiettivo. Ma adesso la Nazionale viene prima di Orsolini, non il contrario” ha dichiarato Orsolini

“Felice a Bologna”

Sulla sua esperienza a Bologna: ”Sono felice a Bologna perché, dopo 8 anni qui non ci si stufa! Fin da subito ho creduto moltissimo nel Bologna, volevano seguire il progetto Atalanta, si può dire. Io sono arrivato qui che lottavamo per non retrocedere, ci salvavamo alla penultima giornata, ho vissuto Bologna in tutte le salse. Ma passando da tutto questo ci siamo fortificati per costruire quello che siamo adesso. Se chiedi a un tifoso del Bologna se qualche anno fa si fosse aspettato di giocare in Champions League, ti avrebbe riso in faccia. Non me lo sarei mai aspettato nemmeno io, ma è stata un’emozione indescrivibile, storica“.

Retroscena sull’esultanza

Infine, il retroscena sull’esultanza: ”16 marzo 2025, Bologna-Lazio: la prima bussata. È nata così per caso, mi è venuta proprio dal cuore. Un gesto istintivo che è diventato tra virgolette iconico, perché tutti lo hanno ricollegato a Spalletti, ma in realtà era una cosa goliardica, scherzosa, e siccome è piaciuta poi ho continuato a farla. Non l’avevo pensata prima, ho visto davanti a me questa telecamera gigante e ho pensato: “Adesso vado là e la sfondo a bussate!”, quando segni non capisci più niente. È stato divertente, alla gente è piaciuto ma nessuno sapeva, non era preparato”.