Pioli tra Allegri e Conte. Poi ricorda Astori e paragona Dzeko a Ibra

Inizia ufficialmente la seconda avventura in panchina di Stefano Pioli alla Fiorentina. Il tecnico parmense, che ha indossato la maglia viola dal 1989 al 1995, ha guidato i gigliati dal 2017 al 2019 e dopo uno scudetto con il Milan (2022) e l’esperienza in Arabia Saudita con l’Al Nassr ha deciso di tornare in Toscana per raccogliere l’eredità di Raffaele Palladino, dimessosi dopo appena una stagione alla guida del club. “Le esperienze che ho fatto fino ad oggi mi hanno portato ad essere nel momento più alto della mia carriera – dichiara nella conferenza stampa di presentazione –. So che qui ci sono tante aspettative ma ho già ottime sensazioni perché ho trovato tanto spessore umano, oltre ad un centro sportivo tra i più belli che abbia mai visto. Mi sento pronto per fare un grandissimo lavoro”.
Pioli e il ritorno alla Fiorentina
A proposito del suo ritorno alla Fiorentina ammette: “Firenze la sento dentro e alla prima chiamata ho avuto una sensazione particolare. A questa piazza sono legatissimo e sapevo che era la cosa giusta da fare. Vivo molto delle mie emozioni e non ho avuto dubbi sulla scelta. Io voglio più giocatori possibili di qualità, poi chiaro che non basta, ma nella mia testa c’è l’idea di mettere una squadra con giocatori di qualità, che abbiamo. Dopo le amichevoli in Inghilterra avrò tutto più chiaro. I giocatori li ho visti ma vanno conosciuti a livello personale. Poi è importante dare uno stile di gioco, ai ragazzi ho promesso che avremo uno stile chiaro. Non so ancora cosa manca ma ho già visto ragazzi bravi. L’obiettivo è alzare il livello e puntare al massimo”.
Pioli su Moise Kean
Non poteva mancare un passaggio su Kean, destinato a rimanere alla Fiorentina dopo aver rifiutato la corte dell’Arabia: “Con Moise ho parlato in questo periodo ma non so se ho inciso sulla scelta di restare. Lui è molto grato a Firenze. In questi giorni l’ho visto sereno e voglioso di lavorare. È un giocatore molto forte”. Sulla convivenza tra Kean, Dzeko e Gudmundsson: “Non saremo sempre gli stessi ma l’idea di farli giocare tutti insieme c’è. Poi molto dipenderà dalla loro capacità di collaborare. Ripeto, più giocatori di qualità abbiamo e più abbiamo possibilità di vincere”.
Pioli paragona Dzeko a Ibrahimovic
Pioli paragona poi Dzeko a Ibrahimovic: “A fine anno, quando ero al Milan, non c’era ancora la possibilità che Zlatan rimanesse e io chiesi proprio Dzeko. È un giocatore di grande valore e che alza il livello della squadra”. Su Gudmundsson: “Lui è un giocatore di qualità, di grande intelligenza e che ama determinare. Lui è uno che dà tante soluzioni in attacco e conto molto su di lui. Fazzini ha caratteristiche simili. L’importante è avere giocatori di qualità, di gamba e che siano imprevedibili. Secondo me l’imprevedibilità è la base per battere gli avversari”. Poi un passaggio sul presidente Commisso: “Ci siamo sentiti più volte, lui ha investito tanto su di me e io investirò tanto sulla Fiorentina. Entrambi vogliamo che la Fiorentina cresca di livello e provare a ottenere quei risultati che in passato sono mancati. Il presidente l’ho visto molto motivato, è un uomo di cuore e siamo tutti nella stessa direzione di crescita”.
Pioli e l’Al Nassr
Il classe ’65 – compirà 60 anni il prossimo 20 ottobre – fa poi un passo indietro e a proposito della sua avventura in Arabia Saudita con l’Al Nassr commenta: “È stata un’esperienza e come tutte le cose ci sono stati aspetti positivi e negativi. Ho conosciuto una nuova cultura che mi ha reso ancora più elastico. Ma ho sentito dentro di me la volontà di inseguire sfide che hanno più pressione ma che possono darmi più soddisfazione. In Arabia il campionato è seguitissimo, lì tutti mi conoscevano, però la mia volontà era quella di tornare. Quest’anno in campionato ci sono quasi tutti allenatori top e pensavo che dovessi esserci anche io. Non mi sono mai sentito così preparato“. E sugli obiettivi con la Fiorentina: “In questi tre anni vogliamo provare ad alzare un trofeo e andare in Champions. Certo non è facile ma noi dobbiamo provare a fare meglio degli avversari. Qui abbiamo tutto per lavorare bene: la città non vede l’ora di sostenere i ragazzi. Ho voglia di sfide, altrimenti avrei fatto scelte più comode”. Sul modo di giocare: “Ormai le strutture di gioco sono fluide per cui non ragionerei di modulo. Voglio trasferire alla squadra certi concetti. Devo capire ancora i giocatori che ho a disposizione”.
Pioli e il tabù Conference League
Intanto Pioli può partire dalla Conference League, competizione nella quale la Fiorentina è arrivata due volte in finale con Vincenzo Italiano perdendo prima contro il West Ham (2-1) e poi contro l’Olympiakos (1-0 dts): “È una manifestazione impegnativa alla quale teniamo tanto. La preparazione sarà orientata nel cominciare bene il preliminare e una volta passati quelli penso che la Fiorentina debba avere le ambizioni per arrivare fino in fondo, questo lo dico nel modo più assoluto. I preliminari saranno complicati, ed è per questo che dobbiamo allenarci con serenità e forza per farci trovare pronti per l’inizio della stagione”. Sulla possibilità di andare in Nazionale: “La Fiorentina ha chiamato, quindi…”. Una piazza che conosce Pioli: “Il calcio è così e le critiche ci saranno ancora. Io però ho una gran voglia di imparare e migliorare e mi sento più preparato. Oggi sono cresciuto, sento di potere dare alla squadra tutto e da loro pretenderò tutto. Io voglio solo giocatori che arrivano qui con entusiasmo e mentalmente al 100% con la Fiorentina. Ce ne abbiamo tanti così e per questo sono fiducioso”.
Pioli sui nuovi acquisti della Fiorentina
L’allenatore parmense si sofferma poi sui singoli: “Dodo l’ho trovato benissimo, è un ragazzo simpaticissimo e molto forte. Ci contiamo in modo assoluto. Lo vedo dentro al gruppo. Il mio obiettivo è quello di renderlo ancora più decisivo in fase offensiva. Lui mi è sempre piaciuto anche da avversario, che reggeva la gamba di Leao. Lui è uno di quelli a cui ci appoggiamo”. Su Beltran: “Lavora tanto per la squadra e mi piace molto ma devo conoscerlo meglio. Come detto le valutazioni sono tutte rimandate. Al 70%-75% la squadra è fatta”. E sui tanti italiani in rosa: “Avere una base italiana è importante perché conoscono meglio le abitudini del nostro calcio, le sentono di più e possono aiutare gli stranieri. Il nostro obiettivo però è migliorare la squadra: abbiamo preso Fazzini e Viti perché sono giocatori di qualità, non perché sono toscani. Sottil? Tutte le valutazioni sono rimandate nelle prossime 3 settimane”.
Il ricordo di Astori
Emozioni alla parola capitano nel ricordo di Astori: “Ho parlato con Ranieri e sarà lui il capitano. Gli ho chiesto se si sente di avere un peso così importante da reggere perché il mio capitano aveva un livello molto alto. L’ho visto molto motivato e sarà un ottimo capitano”. E proprio su Astori prosegue: “È chiaro che lui ha inciso molto sulla mia vita professionale e non. Io continuo a sentirlo e questa cosa non smetterà mai. Se riusciamo a fare lo stesso passo con la squadra possiamo anche vincere lo scudetto”. Pioli lancia poi un messaggio ai tifosi: “Fare promesse non mi sembra il caso ma sicuramente noi daremo sempre il massimo ogni giorni per far sì che questa stagione sia la migliore possibile. So quanto il club ci aiuterà. I ragazzi della Curva Fiesole li ho conosciuti. Dopo un Fiorentina-Verona, una partita che giocammo malissimo, dei tifosi ci vennero a parlare e non ho mai sentito un discorso così sensato, deciso, forte, come quello. Sono tifosi puri, hanno una passione incredibile. Cosa sia successo nel passato non lo so, ma so che un ambiente unito e positivo dà tantissima energia”. Sulle gerarchie in porta: “Martinelli sarà il secondo portiere. È un ragazzo di grande personalità. Se uno è bravo non guardo la carta ‘identità ma le performance che è in grado di dare. Non ho ancora pensato quando Martinelli si alternerà a De Gea ma sarà il secondo. David? È un grandissimo portiere, ha una bellissima gestione di palla e questo ci aiuterà tanto”. Su Comuzzo: “È un giocatore forte, è qui per giocarsi il posto ed essere un titolare. Una cosa voglio sottolinearla: non voglio tanti giocatori, ho chiesto alla società di non avere una rosa lunga. Preferisco avere difficoltà per 1-2 partite e far giocare i giovani, piuttosto che avere giocatori scontenti che non giocano. Sono cose che non fanno bene. Mi piacerebbero due giocatori per ruolo e più o meno dello stesso livello, magari con caratteristiche diverse”.
Pioli avverte Conte e Allegri
Agli altri allenatori lancia un messaggio: “Non sarà Pioli contro Allegri o contro Conte, ma sarà Fiorentina contro Napoli, Milan. Noi dobbiamo avere il fuoco dentro. Potevo restare dov’ero ed essere tra i 10 allenatori più pagati al mondo. Se la Fiorentina è top dobbiamo dimostrarlo. Allegri non ci ha messo tra le candidate della Champions: l’ho già scritto sulla lavagna…”. Sulle tante pretendenti che ora ci sono in Serie A: “È sempre più difficile puntare a più obiettivi. Andare fino in fondo alle coppe e in campionato è durissima. Il livello si sta assottigliando. Ci sono 8-9-10 squadre che possono lottare: l’anno scorso Lazio e Milan sono rimaste fuori dalle coppe, con cinque punti in più la Fiorentina andava in Champions e con 5 in meno arrivava nona. Questo ci deve far capire che il gap sia colmabile, lo spazio c’è ma è uno spazio molto piccolo, di 2 o 3 punti. I dettagli faranno la differenza, giocare anche con l’1% in più farà la differenza e noi dovremo farci un mazzo così, cercando di fare la partita e non subirla”.
Pioli incensa Cristiano Ronaldo e Luis Enrique
Entriamo nel centenario della Fiorentina: “Sappiamo che è un anno importante, si sogna di notte ma si lavora di giorno”. Pioli spende poi parole al miele nei confronti di Cristiano Ronaldo, allenato all’Al Nassr: “È stato un onore allenarlo. Lui è molto più che un campione. Non avete idea di quello che c’è dentro al suo personaggio. Ho condiviso con lui la sua gestione, è un professionista incredibile e ha l’ossessione di giocare e fare gol. Lui vive la giornata in funzione a star bene la partita successiva. Dobbiamo avere quella determinazione”. Chiude con una citazione sull’imprevedibilità: “Il nostro sport ci obbliga ad essere curiosi e documentati. Luis Enrique è un allenatore che stimavo fin dai tempi della Roma e ha detto una cosa molto bella: ‘Siamo prevedibili per noi stessi e imprevedibili per gli avversari’. Questa dev’essere una frase che dovremo adottare anche noi. Conte l’anno scorso ha cambiato molto, sia nel modo di difendere che nel modo di attaccare, dobbiamo sempre migliorare e mettere in difficoltà gli avversari. Le posizioni cambieranno perché gli avversari cambieranno: sono gli avversari che ci dicono dove andare in campo”.