Rocchi a 360°: “Sarri? Bella idea. Del VAR non si abusa!”
Le parole di Luca Pellegrini in conferenza stampa, dopo il pareggio tra Lazio e Cremonese, hanno fatto discutere. Il terzino biancocelesti si è espresso sul tema arbitrale, cercando un punto di incontro tra i calciatori e i direttori di gara, con l’obiettivo di riuscire a risolvere alcune zone grigie che oggi fanno discutere tifosi e calciatori e trovare un’uniformità di giudizio che effettivamente manca nel mondo arbitrale. Parole mature da parte del classe 1999, che sono state apprezzate anche dallo stesso designatore degli arbitri, Gianluca Rocchi. L’ex fischietto, ospite della trasmissione ‘Il Sabato al 90°’ su Rai2, ha risposto a Pellegrini, spiegando di comprendere le sue parole e le sue richieste, prima di replicare anche alla proposta di Maurizio Sarri, post Milan-Lazio, ovvero di spostare il monitor del VAR lontano dalle panchine.
Rocchi risponde a Pellegrini
«La richiesta che faccio a tutte le squadre e agli allenatori è di far lavorare i ragazzi in tranquillità, per avere la decisione più lucida e corretta possibile. L’arbitro, se è disturbato, non è libero di lavorare bene. Le parole di Pellegrini? Il suo discorso lo capisco e il nostro obiettivo è proprio quello di arrivare a un’interpretazione più coerente possibile. Quella che si chiama ‘uniformità’ però è difficile se non impossibile da raggiungere, perché arbitri e Var sono persone e ognuno di loro ha sensibilità diverse».
Rocchi sulla proposta di Sarri
«Spostare il VAR come dice Sarri? Non è una considerazione sbagliata e alcuni campionati lo fanno – ha detto il designatore -, permette di togliersi da una situazione di grande criticità ma spetta alla Lega decidere».
VAR
«Il VAR è diventato un portatore di giustizia enorme nel calcio, il problema che abbiamo oggi è che dopo 7 anni di utilizzo le aspettative sul VAR sono molto più alte. Quando io ancora arbitravo è stato introdotto ed è diventata una novità incredibile ed ha portato tantissimi benefici ma più vai avanti più le richieste sono alte. La preoccupazione che abbiamo noi arbitri, io particolarmente, è quando sento parlare di VAR come se fosse la perfezione e quello mi dispiace dirlo ma noi non siamo perfetti e non lo saremo mai. Su 100 errori che avremmo fatto prima del VAR, oggi sono 85/90. Abuso del VAR? No ma ci sono degli errori».
Il presunto rigore per la Lazio contro la Cremonese
«Terracciano-Noslin? Si tratta di cercare il tocco di mano perché se fosse mano è rigore, chiaramente il tocco inferiore per cui non è punibile. Quello che dice Pellegrini lo capisco perché il nostro obiettivo è quello di cercare di avere un’interpretazione il più obiettiva possibile ma quello che si chiama uniformità per noi è molto difficile, se non impossibile, da raggiungere e il motivo è che arbitri e VAR sono persone, per cui è chiaro che ognuno di loro ha una sensibilità diversa dall’altra. Secondo me lui non si accorge nemmeno del movimento di mano che ha l’attaccante. Noi cerchiamo di essere il più coerenti possibili sulle decisioni, è chiaro che e rimanendo una decisione soggettiva c’è sempre una piccola possibilità che ci siano delle discrepanze di interpretazione. Bisogna metterlo in chiaro perché aspettarsi che tutte le decisioni siano prese uguali sarebbe un sogno ma non è possibile perché tutte le situazioni non sono mai uguali, il calcio ci regala sempre situazioni diverse, e anche la singola interpretazione può essere leggermente diversa».
Doppio giallo a Pezzella
«Mancata ammonizione a Pezzella per la trattenuta su Guendouzi?Generalmente su un’azione promettente se viene concesso il vantaggio, come correttamente Pairetto fa qua, non dobbiamo fare l’ammonizione, a meno che non si considera questo episodio come uno da condotta antisportiva o imprudente. Trattenuta ai capelli? Credo che sia più una situazione casuale perché appoggia prima la mano sulla spalla e poi gli va sui capelli, se fosse volontaria si parlerebbe di espulsione perché sarebbe un gesto violento».
Le espulsioni in Parma-Lazio
«Evitare l’espulsione di Basic data già l’inferiorità numerica? Non è un ragionamento che l’arbitro può fare, si può decidere che questo non sia un comportamento violento e dare il giallo invece che il rosso. Zaccagni? Per questa tipologia di intervento è da due anni che stiamo facendo una battaglia perché bisogna essere molto severi e duri, ai ragazzi ho chiesto la massima serietà su questo tipo di intervento specialmente quando il giocatore perde il pallone e quindi perde il possesso, che diventa veramente pericoloso. In questo caso non credo che ci sia un punto di contatto sulla gamba ed è una fortuna perché si rischia di fare male veramente all’avversario».
Rocchi sul protocollo
«Il protocollo è molto rigido perché è uguale a 7 anni fa e adesso stiamo migliorando l’interpretazione e l’utilizzo del protocollo, che è sempre rimasto lo stesso. La decisione finale spetta all’arbitro centrale e non al VAR, perché in questi anni abbiamo perso un po’ il concetto di chi deve prendere la decisione, perciò è vero che il VAR deve essere mandato al monitor quando ci si trova davanti un errore possono esserci anche casi in cui l’arbitro continua con la propria decisione. Il VAR sono due arbitri, VAR è AVAR, che sono davanti a delle interpretazioni soggettive, noi cerchiamo di essere il più coerenti possibile e dare parametri che siano chiari ma ci troviamo davanti a situazioni che non sono mai uguali e a seconda delle circostanze ci possono essere delle interpretazioni un po’ diverse».