UEFA, concessione “a malincuore”: sì alla Serie A all’estero

La Uefa cede, ma solo per forza. Aleksander Ceferin l’ha definita una decisione “deplorevole”, concessa “a malincuore” e “assolutamente eccezionale”. Eppure accadrà: per la prima volta nella storia, due partite di campionati europei si giocheranno fuori dal continente. Villarreal-Barcellona si disputerà a dicembre a Miami, mentre a febbraio sarà la volta di Milan-Como, destinata a essere ospitata a Perth, in Australia. Due eventi che la Uefa ha approvato, ma senza nascondere il proprio malcontento.
“Le partite di campionato devono essere giocate in casa: qualsiasi altra soluzione priva i tifosi del loro diritto e rischia di alterare la regolarità delle competizioni”, ha dichiarato Ceferin. Parole nette, pronunciate dopo la consultazione con le 55 federazioni europee, tutte sostanzialmente contrarie all’idea di spostare partite ufficiali fuori dai confini nazionali. “Ringrazio le federazioni per la loro posizione costruttiva – ha aggiunto – ma questa deroga non dovrà mai essere considerata un precedente. La nostra priorità resta proteggere l’integrità dei campionati e mantenere il calcio legato ai suoi territori d’origine.”
La decisione non è passata inosservata. La Football Supporters Europe (FSE), associazione che riunisce i tifosi di tutto il continente, ha denunciato “un rischio di danni duraturi per il calcio europeo” e invocato norme più severe per impedire che episodi simili si ripetano. “La Liga e la Serie A – ha commentato la FSE – stanno compromettendo la loro storia e il loro legame con i tifosi. È il momento di stabilire regole chiare che proteggano le competizioni nazionali.
Tra legge e politica
La Uefa, pur avendo espresso opposizione, ha riconosciuto di non poter bloccare i progetti: le norme della Fifa non offrono un quadro giuridico abbastanza definito per impedire lo svolgimento di gare di campionato all’estero. Lo scorso anno la stessa Fifa ha istituito un gruppo di lavoro per analizzare l’impatto di queste iniziative, ma senza ancora produrre linee guida vincolanti.
In Spagna, l’idea non è nuova: già nel 2019 si era parlato di una Barcellona-Girona a Miami, poi saltata per l’opposizione della federazione e del sindacato giocatori. La Liga aveva riprovato nel 2024 con Barcellona-Atletico Madrid, ma anche in quel caso la tempistica aveva bloccato tutto. In Italia, invece, il progetto prende corpo con Milan-Como, un esperimento che divide e fa discutere.
Negli ultimi anni, Supercoppe italiane e spagnole hanno già varcato i confini europei, spesso per ragioni economiche. Ma un turno di campionato in piena regola è tutt’altra cosa: tocca la radice stessa del calcio nazionale, quella che unisce i tifosi alla propria squadra e alla propria città.
Ceferin lo sa bene: “Il calcio appartiene alla sua gente”, ha detto. Ma intanto, a dicembre e febbraio, il pallone europeo rotolerà tra i grattacieli di Miami e sotto il sole australiano. Una “eccezione” che, volenti o nolenti, rischia di diventare la prima crepa in un principio finora considerato sacro.