Calcio

Spalletti alla Juve, Cassano : “Il tatuaggio? Sono tutte ca***e”

L’ex attaccante interviene sulla scelta del tecnico di allenare i bianconeri: “È un lavoro, nessun tradimento”
Luciano Spalletti (Getty Images)
Luciano Spalletti (Getty Images)

Continua a far discutere la decisione di Luciano Spalletti di sedersi sulla panchina della Juventus. Una scelta che ha diviso il mondo del calcio, soprattutto tra i tifosi del Napoli, che non hanno perdonato al tecnico toscano il passaggio agli storici rivali dopo averli condotti allo scudetto. A dire la sua, come sempre con la solita schiettezza, ci ha pensato anche Antonio Cassano. Nell’ormai famoso podcast podcast “Viva el futbol”, Fantantonio ha detto la sua senza mezzi termini: “Il tatuaggio del Napoli e il suo passato con gli azzurri? Sono tutte cagate. Al Napoli tifava Napoli, alla Juve tiferà Juve. E quando affronterà gli azzurri cercherà di vincere 3-0”. Cassano ha voluto sottolineare con i suoi tipici toni come, nel calcio moderno, il professionismo debba prevalere sul romanticismo: in altre parole, le scelte di carriera non vanno confuse con i sentimenti personali.

Polemiche sterili

Proseguendo nel suo intervento, Cassano ha affrontato il tema dell’attaccamento ai colori con un paragone diretto e provocatorio: “Vorrei fare una domanda a tutte le persone in Italia. Se voi tifate una squadra e vostro figlio avesse la fortuna di essere scelto da un altro club, cosa fareste? Tutti risponderebbero: ‘Tiferei contro la mia squadra e a favore di mio figlio’. Che discorsi sono?” Poi ha aggiunto un ricordo personale per rafforzare il concetto: Ora Spalletti allena la Juve e tiferà Juve, è un lavoro. Io sono sempre stato tifoso dell’Inter, ho giocato nel Milan e ho sempre fatto gol all’Inter. Cercavo di dargli 3-4 gol, e allora? Ho vinto lo scudetto con il Milan e in quel momento tifavo Milan. Poi sono andato all’Inter e in quel caso oltre ad amare il club ero anche tifoso. Uno può essere tifoso fino ad un certo punto, poi però c’è un lavoro. Spalletti ha il tatuaggio del Napoli e continuerà ad averlo orgogliosamente. Poi se vincerà con la Juventus se ne farà un altro, sull’altro braccio. Un commento diretto, tipicamente cassaniano, che riaccende il dibattito tra cuore e professione da sempre protagonista nel calcio, ovviamente anche al giorno d’oggi.