Tudor, il contratto strappato e il ricordo di Setti

Maurizio Setti ha certamente un rapporto speciale con l’attuale condottiero della Juventus Igor Tudor: “Di allenatori ne ho indovinati tanti a Verona” dice a Tuttosport. Ma sul croato le sensazioni sono diverse, ancora più forti: “Di Tudor avrò sempre un ricordo speciale. Lui è un uomo molto sereno, vive la vita meglio rispetto ad altri allenatori che ho avuto“. Poi la scena che resta scolpita: “A fine anno, quando ci siamo trovati e gli ho spiegato che avrei dovuto cedere i big, lui aveva già il contratto automaticamente rinnovato dopo la salvezza. Io gli dissi: ti sconsiglio di restare qui, perché non so quanti giocatori sarà costretto a cedere. Lui mi ha guardato, mi ha abbracciato e ha strappato il contratto, rinunciando ai soldi. Non lo dimentico“. E quando, dopo poche settimane, arrivò la chiamata del Marsiglia, Setti non ebbe dubbi: “Gli scrissi: Dio vede e provvede, la vita ti sta portando in Champions League. Tudor è un uomo di spessore, una persona rara da trovare nel mondo del calcio“.
Corteggiamento serrato
La scintilla, però, non fu immediata. “Tudor venne a casa mia prima che prendessi Di Francesco. Ma non era convinto di sostituire Juric, perché Ivan aveva fatto molto bene e lui temeva di bruciarsi“. E allora Setti puntò su Di Francesco, anche se il dubbio rimase: «Già il giorno dopo non ero convinto, mi lasciava perplesso lo staff, c’erano delle divisioni interne». Così, dopo tre partite, la chiamata decisiva: “Ho richiamato Tudor, a quel punto aveva più voglia ed era convinto. Ha accettato subito“. Il resto è storia: “Lui coi calciatori non è assolutamente intransigente, anzi sostiene tutti. Sbraita raramente, per esempio Juric e Mandorlini si infiammavano molto più facilmente. Igor invece è più riflessivo, sa contare fino a dieci prima di parlare. Non è una cosa da poco“.